14 febbraio 2022 16:12

Il 5 febbraio la provincia meridionale di Maysan (361 chilometri a sud di Baghdad, al confine con l’Iran), è stata sconvolta dall’ennesimo crimine di questo periodo politico estremamente delicato.

Alcuni uomini armati non identificati hanno aperto il fuoco contro il giudice Ahmed Faisal Khassaf, specializzato in casi che riguardano il traffico di stupefacenti. Il magistrato è stato ucciso in pieno giorno da quindici colpi di kalashnikov a pochi metri dalla sua casa nel centro della città.

Lo scorso settembre un altro giudice che si occupa di stupefacenti era sopravvissuto a un tentato omicidio nella stessa provincia. Sono molti gli agenti di polizia uccisi dalle bande che tentano di controllare la città, importante via di transito per il traffico di droga.

Fonte di finanziamento
Il primo ministro Mustafa al Kadhimi ha condannato l’uccisione del giudice ordinando un’indagine urgente.

Il traffico di stupefacenti attraverso l’Iran è diventato una delle principali fonti di finanziamento per le milizie filoiraniane. Negli ultimi 22 mesi in Iraq 17mila persone sono state arrestate con accuse legate all’uso e al traffico di droga. Le attività delle bande dedite al traffico di stupefacenti sono concentrate nel sud, in particolare nella provincia di Maysan, dove le milizie controllano il valico di frontiera.

L’omicidio di Khassaf è anche un messaggio politico nel delicato momento di formazione del nuovo governo. Il giudice assassinato era affiliato al movimento di Muqtada al Sadr, il quale ha quindi messo in guardia dal pericolo di una guerra civile tra sciiti nel sud e ha inviato una delegazione di alto livello per placare la situazione.

Un analista politico ha evidenziato il messaggio dietro questo omicidio: gli attentatori vogliono dire che “anche se il parlamento decide delle formalità costituzionali, le bande armate dei partiti saranno sempre in grado di creare il caos. Questo assassinio ne è un esempio”. Inoltre l’esperto fa notare che alcuni partiti hanno cambiato le loro tattiche: “Le grandi milizie servono solo per dare sfoggio della propria forza. Per questo i partiti hanno creato un ridotto numero di bande armate, oltre alle milizie, per condurre operazioni speciali”.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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