08 maggio 2019 17:11

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna etero di 43 anni e ho passato lo scorso decennio perlopiù senza avere rapporti sessuali. A quarant’anni mi sono resa conto che, pur non essendo interessata a una relazione, mi ero stancata del mio vibratore. Ho anche capito che era ora di cominciare a scopare con il corpo che avevo, anziché aspettare di avere quello ideale che immaginavo avrei avuto un giorno. Negli ultimi tre anni, pur essendo grassa come sempre, ho fatto del gran sesso: divertente, appagante, creativo, a volte strano, ogni tanto spaventoso, ma in generale fantastico. Su Craigslist ho conosciuto un uomo particolarmente speciale: bravissimo a baciare, cazzo stupendo. Veniva da me, scopavamo, era bellissimo, si chiacchierava un po’ e poi se ne andava. È successo tre o quattro volte. Dopodiché Craigslist ha chiuso la sezione “incontri”. L’unico suo contatto che mi è rimasto è l’indirizzo anonimo di Craigslist, che non funziona più. Lui ha il mio indirizzo Gmail (quello che uso per i siti d’incontri), ma non mi ha mai scritto. Non sono una stalker psicopatica (giuro!), ma una volta mi ha detto che insegna in un’università della zona, e sul sito dell’istituto sono riuscita a trovare la sua foto e delle informazioni di contatto. Per cui adesso saprei come contattarlo, ma è un’idea clamorosamente sbagliata, vero? O magari tu pensi che non lo sia? Io, se uno con cui ho scopato qualche volta mi rintracciasse sul lavoro, andrei in paranoia. Eppure continuo a pensare: sarebbe TANTO una cattiva idea scrivergli UNA SOLA volta? Devo semplicemente accettare il fatto che è stato bello finché è durato? Oppure gli scrivo correndo il rischio di far incazzare/spaventare una brava persona?

– Can Really Envision Every Possibility

Non farlo, CREEP. Non fare una cosa che sai già che non dovresti fare, che non vorresti che un altro facesse a te, e che probabilmente speravi io ti dessi il permesso di fare. Non farlo.

Sei alle prese con quella che, quando la praticano i maschi, risponde al nome di “uccellusione”, CREEP, o almeno io la chiamo così. È una pia illusione coltivata con l’uccello. Gli uomini si convincono di una cosa improbabile (“Scommetto che è una di quelle donne che apprezzano una foto dell’uccello non richiesta!”) o del tutto inverosimile (“Presentandomi dove lavora la convincerò a tornare con me!”) perché è ciò che desiderano. Pensa a tutti gli uomini ai quali hai sentito dire “Lei mi vuole!” quando in realtà erano loro a volere lei.

La “vagillusione” è un fenomeno più raro – perché le donne sono meno portate a pensare con i genitali e/o meno inclini a esporsi a rischi per via delle convenzioni sociali, della generale tendenza a considerare zoccola chi ha una vita sessuale intensa e del pericolo costante di subire violenze da parte del sesso opposto – ma non è raro che una donna razionalizzi comportamenti inaccettabili (in questo caso contattarlo sul lavoro), si conceda una giustificazione autoassolutoria (gli scrivo UNA SOLA volta) o chieda un “Via libera!” al titolare di una rubrica di consigli sessuali quando l’unica cosa che deve sentirsi dire è “Assolutamente no!”.

Ripeto: non farlo. Quest’uomo ha il tuo indirizzo email e sa come contattarti. E siccome tutto il sesso divertente, appagante, eccitante e creativo che hai fatto negli ultimi anni non lo hai fatto solo con lui, CREEP, non sarei io a doverti dire che devi cercare altrove. Ma siccome in questo momento è la vagina a pensare al posto tuo, mi trovo costretto: lascialo in pace e vai a scopare altrove.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Ho una domanda un po’ disperata . Da cinque anni lavoro con una frizzante trentenne che per tre anni e mezzo ha convissuto con il fidanzato. Da qualche tempo è fidanzata con un altro. Io ho 58 anni e non sono bello. Lei con me è sempre gentile e mi fa un sacco di complimenti. Dice che sono un genio, un gentiluomo, che la faccio ridere un sacco e ho un modo di camminare molto sicuro. Mi è anche capitato di sentirle dire che le piacciono gli uomini maturi. Ciò nonostante, qualche mese fa è venuta da me di punto in bianco e mi ha detto che con i colleghi vuole avere solo rapporti platonici. Dopodiché l’ho sentita dire a un’altra collega: “Io il segnale l’ho mandato, prima o poi capirà”. Ma a che segnale si riferiva? A quello dei rapporti “platonici” o alle sue gentilezze costanti?

– Wondering On Reciprocated Kindnesses

Probabilmente nemmeno tu vorresti sentirtelo dire, WORK, ma questa donna non è interessata a te. E se non stessi coltivando un’illusione saresti il primo a capirlo. Ma il tuo uccello è chissà come riuscito a convincerti che, quando lei ha detto di aver mandato un segnale, si riferisse a te. Tu però devi chiederti – ed è meglio se te lo chiedi dopo esserti masturbato, quando sei meno portato a pensare con l’uccello – cosa sia più probabile: che lei si sia premurata di farti sapere che non intende frequentare colleghi e poi abbia mandato il segnale a te, o che il segnale a cui si riferiva l’abbia mandato a uno degli altri quattro miliardi circa di uomini che circolano sul pianeta e non a un collega? Non è mia intenzione essere crudele, WORK, ma voglio impedirti di fare cose che potrebbero portarti al licenziamento, o a rovinare quello che finora è stato un piacevole rapporto professionale. Se è vero che a volte la gentilezza può nascondere un interesse romantico, in questo caso le prove – compreso il fatto che lei non abbia mandato segnali chiari nel breve periodo in cui è stata single – depongono interamente a favore della spiegazione opposta.

Sono un gay bianco cisgender in coppia da 15 anni e monogamo per i primi quattordici. Più o meno un anno fa, il mio compagno ha accettato che potessi divertirmi da solo fuori dalla coppia. Le regole: non quando lui è in città, non a casa nostra, niente frequentazioni regolari. Siccome mi prendo cura di me stesso (frustrazione sessuale + palestra), a cinquant’anni scopro di risultare attraente per persone che ne hanno circa la metà. A volte, nel pieno della passione, mi chiamano daddy, papà. Mi ci è voluto PARECCHIO per abituarmi alla cosa, ma di certo non interrompo l’azione per mettermi a discutere di terminologia. E comunque mi rifiuto di chiamarli son, figlio, perché lo trovo inquietante. Non mi sento a mio agio nemmeno con baby, perché è così che chiamo il mio compagno. Rimane boy, ragazzo. Che va benissimo finché sono bianchi. Il problema è che qualcuno di questi bonazzi che mi chiamano papà è nero. La mia intenzione è farli stare bene, non costringerli a riflettere sui rapporti tra le razze e gli squilibri di potere. Com’è che un bel ragazzo dalla pelle scura amante dei daddy vuole sentirsi chiamare da un bianco più maturo che lo stantuffa?

–Daddy’s Uncomfortable Race Relationship

Ti faccio i miei complimenti perché riesci a mantenerti lucido anche quando ce l’hai duro – e infilato dentro a un bel ragazzo – ma devo rimproverarti per non essere arrivato da solo a quella che è la risposta più ovvia.

Sei un bianco che non se la sente di chiamare son un partner sessuale nero, anche se di solito i maschi gay che chiamano daddy i partner più anziani vogliono esattamente quello. Ma anziché chiedere ai ragazzi neri che ti scopi come vogliono essere chiamati, DURR, tu hai deciso di chiedere a un altro maschio bianco anziano come pensa che i ragazzi neri che ti scopi vogliano sentirsi chiamare. Capisci qual è il problema? Le persone a cui dovresti chiederlo… sono i ragazzi che ti scopi. E per farlo non devi nemmeno interrompere l’azione! La prossima volta che sei immerso fino alle palle in un bono che ti dice “Scopami, daddy”, tu ringhia e digli: “Sì, sono il tuo daddy. E tu cosa sei?”.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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