03 gennaio 2020 16:08

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un gay di 29 anni e vivo in California. Perché gli attivi sono quasi tutti stronzi? Ho avuto svariati partner sessuali di diversa età, etnia e orientamento sessuale, ma a unirli è la grettezza nei confronti dei passivi, se non addirittura il piacere di sapere che sono loro a poter “usare e abusare” dei passivi. È un’invenzione culturale? L’idea di far soffrire qualcuno per il mio piacere mi sembra così ripugnante che finora l’attivo nemmeno l’ho mai fatto. Comincia a venirmi il sospetto che il sesso possa essere piacevole solo per gli attivi, e che un passivo debba star zitto e portarsi a casa quel che può. Aiutami a correggere il messaggio che i passivi valgono meno degli attivi, e l’indifferenza che circonda il cosiddetto “divario del piacere”, in particolare nel sesso gay.

–Tell Me I’m Wrong

“Mi dispiace per lui, sul serio”, dice Ty Mitchell, attore porno e scrittore. “Ma dov’è che gode? Nel senso, con quale parte del corpo? Perché a sentirlo sembra che con il culo non goda, né creda che il piacere anale esista davvero”.

Mitchell, che su Instagram ha come nickname “probottom”, a farsi scopare gode eccome, TMIW, così come usando il culo in altri modi. “La penetrazione passiva mi dà molto piacere, molto più di quella attiva”, spiega Mitchell. “Purtroppo sembrano pensarla così anche molti di quelli da cui vorrei farmi scopare. Quelli che mi scopano, però, ci tengono a verificare che anch’io stia bene. Compresi quelli che mi scopano come se fossi un rifiuto umano, perché gli ho chiesto io di farlo e perché a volte mi eccita”.

A detta di Mitchell, se per te il rapporto passivo è sempre stato un’esperienza tremenda può essere perché le sensazioni della penetrazione non ti piacciono, o perché a letto non difendi la causa del tuo piacere. “Forse è il caso che TMIW comunichi meglio al partner cosa gli dà piacere e cosa no”, dice Mitchell. “E se capisce che il rapporto passivo non gli dà piacere, deve lasciar perdere e godere in altri modi”.

Quanto agli aspetti culturali della faccenda, TMIW, Mitchell una sua teoria ce l’ha.

“Molti uomini non sanno occuparsi del piacere del partner perché la nostra è una società schifosamente patriarcale”, dice Mitchell. “Fin dall’infanzia, agli uomini viene sistematicamente insegnato che il sesso è questione di istinto anziché di intenzione, e che il nostro cazzo è una bacchetta magica che soddisfa il prossimo anche solo sfoggiandola o piantandola in chi ne è sprovvisto o al momento non ne fa uso. Gli uomini gay non sono immuni a questo tipo di messaggi, e anzi premiano chi si attiene a una mascolinità dalla parvenza eterosessuale”.

Entrambi, però, teniamo a dirti che al mondo esistono uomini gay buoni, attenti e compassionevoli che possono romperti il culo senza per questo tralasciare che anche tu goda dell’esperienza. Appena uno ti dimostra, con ciò che dice o che fa, di non essere uno di questi, TMIW, tu accompagnalo alla porta. Accompagnare alla porta è uno dei modi più efficaci in cui possiamo difendere il nostro piacere: prima si accompagna alla porta chi non si occupa del nostro piacere, prima la si può aprire a qualcuno che invece lo fa. E per aiutarti a trovare una brava persona, secondo Mitchell, può essere utile una regolata ai parametri di ricerca: “Attiva il filtro “att/vers” (sulle app per incontri)”, dice, “dopodiché limitati a chi dimostra un minimo di empatia verso l’esperienza anale”. Seguite Ty Mitchell su Twitter. I suoi articoli si trovano su probottom.substack.com.

Francesca Ghermandi

Gay, maschio. Ogni tanto chiamo una di quelle hotline erotiche di una volta per divertirmi con degli sconosciuti. Di solito si parla di cose abbastanza normali, tipo cosa faremmo all’altro se fossimo insieme. Ogni tanto mi piace entrare nel canale maturi/giovani, e più di una volta ho trovato uomini più grandi a cui piace relazionarsi con uomini più giovani (tipo me). Va tutto benissimo, solo che c’è uno a cui, quando scopiamo al telefono, scappano cose un po’ pesanti. Nello specifico, passa dal dirmi quanto gode a farlo con me – che sono maggiorenne e consenziente – a quanto gli piace scoparsi ragazzine minorenni con cui è imparentato. Io non posso controllare con chi mi accoppia il sistema, e ovviamente posso andarmene con un clic. In più, non ho modo di sapere da dove chiama. Però l’ho incontrato un po’ di volte. Ho il dovere di fare qualcosa?

–Perturbed, Horny, Offering No Encouragement

Gli sconosciuti anonimi che chiamano i telefoni erotici – chi sapeva esistessero ancora? – non hanno obbligo di denuncia. Nel senso che legalmente, quando sospetti che qualcuno abusi sessualmente di un bambino, non sei tenuto a rivolgerti alla polizia. Ma se anche sporgessi denuncia cosa diresti? Che un tizio imprecisato, da un luogo imprecisato, dice cose molto malate su una linea erotica anonima? La polizia scrollerebbe le spalle. Il mio consiglio è di dire a questo tizio, se mai vi ritroverete di nuovo in linea, che le sue fantasie pedofile te lo fanno ammosciare, e che hai pensato di denunciarlo. Dopodiché riattacca.

Io (maschio etero) e il mio migliore amico (maschio gay) siamo studenti al penultimo anno di università. Sul fronte sentimentale, io e i miei amici siamo tutti messi mediamente bene, ma il mio amico gay, nei tre anni che lo conosco, non ha mai avuto esperienze significative. Non una relazione. Per lui è sempre stato un tasto dolente, ma da qualche tempo, dopo una cotta non corrisposta per un amico etero, è diventato davvero disfattista. Non fa che lamentarsi del fatto che, quando gli piace qualcuno, puntualmente si rivela essere un etero metrosexual che non sa di illuderlo, o direttamente un superetero coglione e omofobo. Si è messo a usare Grindr, ma per il momento niente. Quando si parla di amore o di sesso, quasi sempre finisce con lui che si lamenta della sua sfortuna. Io, che pure per parlare o ascoltare ci sono sempre, non so bene che fare o che dire, se non banalità come “un giorno succederà”. Lui è decisamente un bel ragazzo, ci sa fare ed è abbastanza sicuro di sé, per cui forse è davvero solo un problema di scarsa offerta. Mi chiedevo se tu avessi qualche consiglio.

–Begging Advice Regarding Ending Besties’ Elongated Dry Spell

Se il tuo amico è l’unico gay in tutta l’università, e se davvero Grindr è una dispensa vuota, se insomma il problema è realmente la scarsa offerta, allora a lui va tutta la mia solidarietà, BAREBEDS. Se però il tuo amico è uno di quegli omosessuali a cui l’omosessualità degli altri fa così schifo da escludere automaticamente qualsiasi gay dichiarato, se è uno di quei gay a cui piacciono solo gli eterosessuali dichiarati, i metrosexual etero e gli omofobi come lui, allora la mia solidarietà diminuisce parecchio. Se vedi che non fa caso ai gay attraenti, gentili e sicuri di sé che potrebbe avere per potersi meglio struggere dietro agli eterosessuali che non può avere, BAREBEDS, allora non deve sentirsi dire: “Prima o poi succederà”. Deve sentirsi dire: “Non succederà finché non supererai la tua omofobia interiorizzata, bello”. Perché se anche una delle sue cotte eterosessuali dovesse rivelarsi abbastanza eteroflessibile da farsi succhiare il cazzo, difficilmente il suo interesse andrà oltre qualche pompino, e certamente non sarà in grado di amarlo.

Se invece il problema è davvero la scarsa offerta, e solo trasferendosi altrove dopo la laurea potrà cambiare qualcosa, puoi sempre dirgli: “Mi spiace perché è chiaro che qui per te è impossibile, ma anziché lamentarci della tua sfortuna parliamo di tutto il sesso che farai una volta trasferito a New York/Londra/Berlino”.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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