31 maggio 2023 16:57

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Ho una carriera artistica di successo e migliaia di persone che seguono i miei account professionali sui social media. I follower pensano di conoscermi, ma segretamente io ho una doppia vita. Quello che nascondo è il fatto di essere bisessuale. L’ho sempre nascosto a tutti: ai follower, alla famiglia e alle tre signore che mi hanno sposato credendo fossi l’eterosessuale per cui mi spacciavo. I matrimoni sono tutti naufragati, concludendosi con il divorzio e grazie a dio senza figli, e le mie ex hanno tutte trovato uomini veri che potessero fare da padre ai loro figli. Nel 2016, rendendomi conto che il successo avuto e gli investimenti fatti mi avrebbero permesso di vivere agiatamente per il resto dei miei giorni, ho lasciato la carriera artistica per realizzare il sogno di una vita: diventare una pornotroia gay (il termine “troia” mi si addice molto più di “attore”, perché quello che faccio davanti alla telecamera non è “recitare”). Adoro il sesso selvaggio che ho fatto con maschi alfa nei circa 250 video girati finora. Il mio unico rimpianto, in realtà, è di non essermi dato al porno molto prima, perché oggi sono felice come non ero mai stato. Domanda: devo continuare a fingermi etero e tenere all’oscuro le persone che continuano a seguirmi su Facebook e Instagram? O è meglio consigliargli di cercare su Google il mio nome per esteso e la parola “porno”, perché possano vedere chi sono davvero (il mio nome completo e quello professionale – sia come artista sia come pornotroia – coincidono)? Non voglio che nessuno debba sentirsi in difficoltà se si viene a sapere che segue una persona che appare nei film porno e fa cose che la maggior parte delle persone troverebbe estreme e oltraggiose. Mi sembra meglio consigliare ai follower interessati al mio lavoro artistico di cercarmi su Google, perché sappiano a cosa mi dedico ora e se lo vogliono possano smettere di seguirmi. Se volete includere il mio nome legale completo nella vostra rubrica, molto probabilmente dirò di sì. E vi prego di sentirvi liberi di mandarmi all’inferno perché capisco che le cose che lascio fare agli uomini sono vili e disgustose.

– [Full Legal Name Redacted]

Non ci tengo affatto a pubblicare il tuo nome.

Però tranquillo, FLNR, ho abboccato. Ho cercato su Google il tuo nome insieme alla parola “porno”, mi sono sentito in difficoltà e me ne pentirò per sempre (devo imparare a controllare meglio gli impulsi). Il porno che fai è, come da te confessato/ostentato, abietto e ripugnante, estremo e oltraggioso. Ma non è illegale e può essere apprezzato da adulti consenzienti… che si spera usino il filo interdentale, si lavino i denti, usino il collutorio e con quelle bocche non bacino le loro madri (è un sollievo non doverti segnalare alle autorità giudiziarie. A quelle sanitarie, invece…).

Senti, io ho capito cosa stai facendo. Hai scelto di fare porno con il tuo vero nome, lo stesso che usavi come artista – il tuo nome anagrafico, professionale, pornografico – perché il pensiero di essere scoperto e sputtanato ti eccita. Quasi quanto quello di rovinare la giornata al tuo prossimo costringendolo con l’inganno a visionare ciò che fai (ho visto solo i titoli di testa, FLNR, ma mi è bastato). Ma quello che più desideri è essere scoperto e sputtanato – è quella la tua fantasia definitiva – e sogni il momento in cui sarai scoperto e sputtanato dal giorno in cui hai pubblicato il primo video.

Ed eccoti qua, duecentocinquanta video dopo, e nessuno di quelli che ti seguono – nessuno che ammiri o collezioni il tuo lavoro – si è ancora imbattuto nel tuo vasto repertorio di porno abietto e disgustoso ed estremo e oltraggioso. Forse, se la tua produzione pornografica fosse un po’ più canonica, se a condividere i tuoi gusti fosse più di uno sparuto drappello di persone, saresti già stato scoperto e sputtanato. Ma il porno che produci è talmente di nicchia – e talmente abietto e disgustoso, eccetera – che nessuno dei tuoi seguaci l’ha trovato. O calpestato. E se anche l’avesse fatto, FLNR, non sarebbe potuto venire a commentare sul tuo Instagram per sputtantarti senza sputtanarsi a sua volta.

Per cui ora vorresti che il lavoro sporco lo facessi io per te… vuoi che ti infligga ai miei lettori nella speranza che i tuoi follower se ne accorgano… e io questo ai miei lettori non lo farò.

Né a te.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

E nemmeno credo che vorresti che lo facessi, FLNR, se tra un orgasmo e l’altro ci riflettessi meglio. Ora come ora, FLNR, puoi goderti la paura di essere scoperto e sputtanato ogni giorno. Puoi goderti la fantasia perfetta della shitstorm che ti travolgerà quando infine sarà accaduto l’inevitabile – o quello che ti sembrava inevitabile duecentocinquanta video fa – e la tua vita, la tua reputazione e il tuo lascito artistico andranno in fumo nel giro di un istante. Ma come Bernd Brandes, il tedesco che come fantasia definitiva aveva quella di essere ucciso da un cannibale dopo essersi fatto tagliare, cucinare e servire il proprio pene, rischi di scoprire che la realtà non è all’altezza delle fantasie. Nel caso di Brandes, il cannibale conosciuto online, Armin Meiwes, non era un gran cuoco. Lasciò scuocere il pene, che risultò troppo duro per essere mangiato, e poiché Brandes non disponeva di un secondo pene, non ci fu una seconda chance. Morì deluso.

Così come Brandes aveva un cazzo solo, tu hai una sola vita. Nemmeno tu avrai una seconda chance. E quindi stai meglio ora, potendoti godere la tua perfetta fantasia di distruzione anziché sorbirti una realtà di sicuro deludente.

P.S. Le tue perversioni sono sì abiette, ripugnanti, estreme e oltraggiose come dici, ma non sarò certo io a rimproverarti. In primo luogo perché i gusti sessuali non si scelgono e poi perché per te il disgusto è chiaramente parte dell’eccitazione, e non sono qui per reggerti le palle mentre godi (e per essere molto chiari: il kink di cui stiamo parlando non è la bisessualità). Se vuoi invitare le persone a non seguire e/o a rivendere le tue opere per evitare la vergogna di essere associate al tuo nome, puoi farlo senza consigliare loro di cercare il tuo nome e la parola “porno” su Google. Fingi di essere preoccupato per i tuoi follower, FLNR, ma io certe cagate non me le bevo.

***

Domanda di galateo. Un anno fa ho cominciato a frequentare un massaggiatore contattato su Scruff (“non cerco sesso, ma se volete un ottimo massaggio…”). Si è rivelato bravissimo. I primi due massaggi sono stati incredibilmente profondi e completi; gli ho pagato la seduta, ho aggiunto una mancia e fin qui tutto bene. Poi – e senza scambiare mezza parola – i massaggi hanno cominciato a diventare sessuali. Ora mi fa un breve massaggio, dopodiché le dita iniziano a a sfiorare il culo e finiamo per scopare. Lui è molto sexy e capace, nell’ora prevista riesce sempre a farmi venire (al di fuori di quegli incontri non abbiamo interazioni, se non i messaggi per organizzare la seduta successiva). Del sesso non posso lamentarmi perché è fantastico, ma mi mancano i massaggi! In un modo o nell’altro, da massaggio si è trasformato in lavoro sessuale. Ecco quindi la mia domanda: in vita mia non ho mai pagato per fare sesso. In questi casi che mancia si lascia? E hai qualche consiglio su come riportare il lavoro sui muscoli senza rinunciare a quello sul culo? Grazie!

– Loving His Dick, Missing His Hands

Com’è che il massaggio si è trasformato in lavoro sessuale? A cosa è dovuto? Al tuo “massaggiatore”.

Il tuo massaggiatore è un lavoratore sessuale, ma di quelli selettivi. Cerca clienti sulle app da incontri, offrendo inizialmente “solo massaggi” e quando scatta un buon feeling con qualcuno – qualcuno che rispetta il limite iniziale del “solo massaggio”, si presenta fresco di doccia e lascia buone mance (20-25 per cento), insomma qualcuno come te – il tuo massaggiatore offre al seminuovo cliente un “upgrade” da massaggio (non certo la cosa che cerca la maggior parte degli utenti di Scruff) a cazzo (la cosa che tutti cercano su Scruff). Se ti mancano i suoi massaggi, LHDMHH, prenota un’ora in più e usa le parole (“adoro il tuo splendido cazzo, mi mancano i tuoi fantastici massaggi!”). Così puoi avere tutto, laddove “tutto”, in questo caso, vuol dire “buon massaggio + abile scopata”.

Sto con il mio ragazzo dai tempi del covid. Sessualmente eravamo incompatibili fin dall’inizio (passivi entrambi), ma l’abbiamo fatta funzionare per via della pandemia. Quasi senza accorgermene sono passati tre anni. Oggi conviviamo e gli voglio bene. Ma più che un “amore” mi sembra una vita comoda e tranquilla. E non c’è mai stata quella passione rovente iniziale su cui ripiegare o di cui avere nostalgia. Ora che la pandemia è finita, mi chiedo se non sia ora di voltare pagina. Ho 41 anni e sento che la vita può offrire altro. È poco lungimirante desiderare di più?

– Somewhat Unfulfilled Bottom

Il sesso tra due passivi può essere eccitante e coinvolgente. Non esistono forse dildi a due teste? Nelle vostre vicinanze ci sono attivi, single o accoppiati, disposti a fare da guest star? Il sesso orale e/o la masturbazione reciproca non sono piacevoli?

Intendiamoci: trovare qualcuno che ami e con cui ti piaccia vivere non è facile, SUB, per cui devi dare a te stessa una possibilità in questa relazione. Lo so, lo so: state insieme da tre anni, una possibilità alla relazione l’avete data. Ma non mi sembra l’abbiate data all’onestà estrema (“O troviamo una soluzione o è finita”). Non ti conviene svegliarti tra cinque anni in coppia ormai non nuovissima con una persona che non ami. Anche se all’inizio con quella persona fossi riuscito a fare del gran sesso molto arrapante, è difficile che la nostalgia per l’ottimo sesso fatto con qualcuno che non ami (altrettanto o per niente) basti a sostenerti nei decenni che intercorrono tra l’esaurirsi dello slancio iniziale e la morte. Mentre il fare spazio nel rapporto d’amore che già stai vivendo – spazio per esperienze sessuali intense tra voi e/o con altri (insieme o da soli) – potrebbe essere tutto il sostentamento che serve.

Desiderare di più va benissimo, SUB, ma prima di cercarlo altrove, chiedilo alla persona che c’è già.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Inviate le vostre domande a mail@savagelove.net.

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