Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.
Ho ventotto anni e sono un gay cisgender asessuale che prova repulsione per il sesso. Alcuni asessuali scelgono di fare sesso per il piacere che dà al loro partner, mentre quelli come me non praticano alcuna attività sessuale né vogliono esservi esposti. In questo senso mi sento alienato quando entro in spazi gay come bar, feste e locali. I gay allosessuali non sembrano rendersi conto che gli spazi ipersessualizzati fanno sentire gli uomini asessuali come me insicuri e indesiderati. Siamo costretti a scegliere tra l’isolamento o gli spazi in cui altri maschi gay si baciano, si strusciano o peggio. Spesso anche i baristi sono mezzi nudi, ci sono dei cubisti, e perfino le locandine appese alle pareti mostrano immagini sessualmente esplicite. Quando si dà così tanto risalto al sesso, quelli come me non si sentono benvenuti nella comunità gay. E per rispondere alla domanda ovvia: vado nei bar gay per molte delle ragioni per cui ci vanno i gay allosessuali, cioè per socializzare, sentirmi al sicuro e conoscere potenziali partner sentimentali (non sessuali). Ci vado anche perché le app di rimorchio sono tremende per tutti, ma specialmente per i gay asessuali. Secondo me dovrebbe esserci una serata alla settimana in cui i bar gay diventano spazi sicuro per i maschi gay asessuali. Non mi sembra eccessivo chiedere alla gente di tenersi i vestiti addosso e di astenersi dal mettersi le mani addosso per una sera alla settimana, se può aiutare un gruppo emarginato all’interno della nostra comunità a sentirsi più accolto. Sono curioso di sapere cosa pensi tu della mia proposta, e se è un’idea che appoggeresti.
– Gay Ace Gay Space
“Sono un gay di ventotto anni, proprio come Gags, ma non sono asessuale”, dice Jonathan, che commenta regolarmente sul mio sito e al quale ho chiesto di parlare a nome dei gay allosessuali di ogni provenienza. “Sono un frequentatore entusiasta di bar, locali e feste gay. Sono andato al Town a Washington per gli sbarbatelli e i palestrati mezzi nudi, e vado all’Eagle a New York per i boni in leather e jockstrap. Usciamo proprio per ballare, baciarci, palparci, strusciarci, per vedere i baristi e i cubisti boni. Ci piace per quello! Se volessimo dei drink annacquati in un ambiente privo di sesso, andremmo da Applebee”.
Jonathan sostiene – e si dà il caso che io, altro gay allosessuale, mi trovi d’accordo – che i maschi gay siano andati ad ammucchiarsi nelle città per creare spazi in cui essere se stessi. Quando sono spuntati (o, per la precisione, quando sono entrati nell’immaginario pubblico) i primi quartieri gay, quegli spazi erano praticamente limitati ai bar (in cui si respirava sesso) e saune (in cui il sesso si tagliava col coltello). Ma con l’arrivo di un numero sempre maggiore di persone dichiaratamente gay e queer, in quei quartieri si sono creati molti altri spazi in cui essere se stessi, meno sessualizzati: caffè, ristoranti, librerie, palestre, marciapiedi, municipi, eccetera.
“Gags dovrebbe provare a frequentare associazioni sportive gay, palestre, gruppi d’incontri, programmi di sostegno ai giovani, circoli di lusso – tutti posti in cui non si respira sesso, come vuole lui”, dice Jonathan. “E se nel posto in cui vive non c’è una scena che gli piace, dovrebbe crearla. Prima nella mia città non esistevano circoli di fisting né serate per gli amanti dei pannolini, e invece oggi, grazie ai miei amici, esistono. Gags dovrebbe pensare a coltivare gli ambienti che desidera invece di chiedere agli altri maschi gay di censurarsi. A noi non interessa la pudicizia. E poi non sarebbe redditizio per i locali”.
Su quest’ultimo punto Kevin Kauer, uno dei titolari e gestori del Massive, un bar di Seattle creato per tutta la comunità lgbtq+, si è trovato d’accordo con Jonathan. “Io mi sforzo di creare uno spazio sicuro e accogliente per tutti”, dice Kauer, “ma quello che propone Gags è un po’ come chiudere il rubinetto del divertimento, e dei guadagni. Per qualcuno sarà anche divertente, ma non è proprio l’essenza di un grande locale notturno queer. Magari Gags potrebbe provare a organizzare una festa privata”.
Mi sa che faticheresti a trovare abbastanza gente per riempire una casa. È vero che negli Stati Uniti ci sono più o meno quaranta milioni di uomini tra i 21 e i 40 anni – potenziali partner sentimentali adatti a un gay ventottenne – ma di questi sono il due per cento (ottocentomila) è gay, e solo l’uno per cento dei maschi gay (ottomila) è asessuale. Tra loro solo una piccola percentuale prova repulsione per il sesso (la maggior parte ha un atteggiamento positivo, neutro o negativo). È chiaro che non puoi e non devi limitarti a frequentare o a fare coppia solo con altri asessuali, però stai chiedendo ai titolari dei bar di riservare una serata alla settimana agli asessuali e ai loro ammiratori, e mi dispiace, ma non ce ne sono abbastanza da renderlo un investimento proficuo.
Ora, Gags, siccome non voglio essere accusato di distorcere la realtà o metterti tutti contro citando solo allosessuali, mi sono rivolto a Cody Daigle-Orians, scrittore e fondatore di Ace dad advice, un progetto educativo sull’asessualità basato sui social network.
“È verissimo che la comunità gay maschile può far sentire gli asessuali come delle merde”, dice Daigle-Orians. “Gli asessuali si trovano di fronte a un muro che li fa sentire sminuiti, ignorati e trattati con sufficienza. Invece i gay allosessuali avrebbero tutti gli strumenti – e sarebbe ora che si decidessero – per ampliare la loro concezione dei vari modi di essere gay, compreso quello degli asessuali, e di avere più tatto, dare più appoggio, esprimere solidarietà a chi è gay in un modo diverso”.
Dunque cosa ne pensa Daigle-Orians della tua modesta proposta, cioè una serata alla settimana in cui i bar gay dicono ai baristi di tenersi addosso i pantaloni, rinchiudono i cubisti nei frigoriferi e chiedono agli uomini di tenere le mani a posto?
“Non posso trovarmi d’accordo con Gags”, dice Daigle-Orians. “I bar gay hanno una lunga storia, fatta anche di sesso. Sono spazi molto sessualizzati, e va bene così. Io sono felice che i gay allosessuali abbiano la libertà di esprimere la propria sfrenata sessualità gay sulla pista da ballo. È giusto che la abbiano”.
Daigle-Orians, come Jonathan, pensa che forse stai cercando l’amore e la comunità nei posti sbagliati.
“Esistono altri modi per intrecciare legami sociali gay”, dice. “Ci sono circoli di lettura, di bowling, di giochi, di rugby, di softball. La scelta non è come la pone Gags, fra i bar gay e l’isolamento, perché gli spazi gay non sono soltanto bar, feste e locali. Proprio come esiste una molteplicità di modi di essere gay, esistono molteplici modi per socializzare con quei gay. Perciò raccomanderei a Gags di allargare il campo dei luoghi in cui trovare e coltivare un senso di comunità fra gay. In ogni caso è più probabile che trovi le affinità e i potenziali partner sentimentali che cerca in posti diversi dai bar. Lasci pure gli stanzini per le porcate agli allosessuali”.
P.s. Anche se è improbabile che trovi un partner in un bar gay, Gags, non disperare. Cody Daigle-Orians, che si definisce queer, asessuale e agender, di partner ne ha tre: il marito con cui è sposato da dieci anni (conosciuto in rete), un altro con cui sta da tre anni (anche lui conosciuto in rete) e uno platonico (l’altro partner sentimentale di suo marito). Confido che anche tu riuscirai a trovare quello giusto, o quelli giusti!
Seguite Cody Daigle-Orians su Instagram e visitate il suo sito per saperne di più sul suo lavoro e i suoi libri: I am ace e Ace and aro. Seguite gli account Instagram di Kevin Kauer e del Massive. Per trasparenza: mio marito Terry Miller – trovate anche lui su Instagram – organizza ogni mese una serata fetish al Massive.
Sono un maschio gay di 38 anni. Sono tornato da poco sulle app d’incontri e sto chattando in rete con vari altri gay. Non sono brutto e quando pubblico foto mi contattano in parecchi. Con mio stupore, per caso ho legato emotivamente con alcuni tizi che si sono subito detti interessati a esplorare con me un rapporto di lunga durata. Il problema è che anni fa mi è stato diagnosticato un cancro allo stadio terminale, e mi hanno detto che non mi restava molto da vivere. Miracolosamente mi sono ripreso, però il cancro ce l’ho ancora, e mi dicono che è sempre terminale. Potrei andarmene fra settimane, mesi o un altro paio d’anni. Agli uomini con cui sto chattando non ho detto bugie, però non sono stato neanche del tutto sincero. Sono due giorni che chatto con questi tizi e con qualcuno sta nascendo qualcosa. Non so cosa fare. Voglio sentirmi normale, però non voglio neanche prenderli per i fondelli. Consigliami, per favore.
– Cancer Announcement Now Could End Relationships
Intanto, Cancer, mi dispiace tantissimo per la tua diagnosi, ma visto che sono anni che ti hanno detto che ti restavano pochi mesi di vita spero che tu abbia chiesto un consulto ad altri due, se non tre o quattro medici. I casi di remissione spontanea sono rari fra i pazienti di cancro, però ce ne sono stati, Cancer, così come esistono le diagnosi sbagliate. Sono certo che tu abbia già pensato a sondare entrambe le possibilità, più altre a cui non avrò pensato io, ma nel caso non lo avessi già fatto, be’, fallo.
Seconda cosa, Cancer, per quanto riguarda gli uomini con cui stai chattando da due giorni – gente con foto del busto che è passata da “ciao come va” a “esploriamo insieme un rapporto di lunga durata” in sole quarantotto ore: ti stanno prendendo per il culo. E se tu pensi che con qualcuno di loro stia nascendo qualcosa, Cancer, ti stai prendendo per il culo da solo. Perdonami se sono così brutale, ma hai incassato notizie peggiori e sei sopravvissuto, e io non voglio farti perdere il poco tempo che ti resta girando intorno alla questione.
I siti di incontri e le app di rimorchio pullulano di impostori e tirapacchi, Cancer, e anche se scambiarsi messaggi con uno sconosciuto può essere divertente, e se a volte ci sembra di provare sentimenti per qualcuno che non abbiamo ancora conosciuto dal vivo, se uno di questi afferma di volersi prendere un impegno a lungo termine è un campanello d’allarme. Quel tizio o non è chi dice di essere, e sta per chiederti i soldi che gli servono per comprare un biglietto aereo e venire a trovarti, oppure lo è, e si è appena rivelato troppo immaturo sentimentalmente o troppo manipolatore per correre il rischio di incontrarla, tantomeno frequentarla.
In quel mucchio di messaggi che ti sono arrivati ci sono tanti altri uomini disposti a chattare, ma senza cercare di bruciare le tappe: fallo con loro, Cancer, e blocca gli altri.
(Traduzione di Francesco Graziosi)
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