07 gennaio 2016 20:12

A causa dei mutamenti del clima e delle conseguenti variazioni nella disponibilità delle risorse idriche, dopo il 2040 potrebbe ridursi la capacità delle centrali idroelettriche e termoelettriche al livello mondiale. Un’analisi di oltre 25mila impianti in tutto il mondo indica un possibile calo generalizzato della capacità di produrre energia, in alcuni casi pari al 30 per cento in meno.

I ricercatori austriaci e olandesi hanno studiato 24.515 centrali idroelettriche e 1. 427 termoelettriche di vario tipo: nucleari, a combustibili fossili, biomasse e geotermiche. Dalle proiezioni emerge una riduzione della capacità nel 61–74 per cento degli impianti idroelettrici e nell’81–86 per cento di quelli termoelettrici nel periodo tra il 2040 e il 2069. A danneggiare la produttività degli impianti non è solo la scarsità di acqua, ma anche la sua temperatura troppo alta per avere un raffreddamento.

La riduzione della capacità di produrre energia sarà maggiore negli impianti termoelettrici, con una riduzione annuale media fino al 12 per cento tra il 2050 e il 2060. Per gli impianti idroelettrici, il calo potrebbe essere del 4 per cento nello stesso periodo. Secondo Keywan Riahi e colleghi, una maggiore efficienza delle centrali, la creazione di sistemi diversi di raffreddamento e l’uso di combustibili alternativi possono ridurre la vulnerabilità degli impianti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.

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