03 dicembre 2016 12:30

Lucy, la femmina di australopiteco vissuta 3,2 milioni di anni fa, passava probabilmente molto tempo sugli alberi. Oltre ad avere abitudini arboricole, l’Australopithecus afarensis camminava in modo poco efficiente. Queste ipotesi sono presentate da Christopher Ruff e colleghi in uno studio pubblicato su PlosOne. I ricercatori dell’università Johns Hopkins di Baltimora e dell’università del Texas ad Austin hanno studiato le ossa di Lucy. In particolare, hanno analizzato l’omero del braccio e il femore della gamba, due ossi che si rimodellano nel corso della vita a seconda dei carichi che sopportano. Le microscansioni tridimensionali hanno permesso di ricostruire i muscoli sostenuti da questi ossi.

Tenendo conto delle dimensioni complessive del corpo, l’ominide aveva una forza muscolare superiore a quella umana. Inoltre, la meccanica della sua andatura a terra era diversa da quella dell’Homo sapiens e più dispendiosa dal punto di vista energetico. Infine, le braccia di Lucy erano ben sviluppate, come se l’ominide avesse speso gran parte della sua vita tra i rami. I ricercatori hanno concluso che l’australopiteco tendeva a salire sugli alberi, forse per cercare il cibo o per sfuggire ai predatori, e faceva poco uso degli utensili e molto dei muscoli.

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