Il Regno Unito decide se restare nell’Unione europea

La Brexit spinge la Scozia indipendentista in un vicolo cieco

Prima l’accordo a Bruxelles, poi l’annuncio del referendum sulla permanenza di Londra in Europa, e infine il corollario che tutti si aspettavano: se i britannici decideranno davvero di lasciare l’Unione, la Scozia chiederà un nuovo voto sull’indipendenza, dopo quello del settembre del 2014, vinto con un margine netto dagli unionisti. Leggi

L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Ue)
L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Ue) “minaccerebbe l’occupazione e metterebbe in pericolo l’economia” del paese. È l’allarme lanciato in una lettera aperta pubblicata sul Times da 198 imprenditori e alti dirigenti di aziende come Vodafone, Marks and Spencer, Bt Group. Secondo un sondaggio, il 60 per cento dei cittadini europei (esclusi i britannici) è contrario a un’eventuale Brexit, che sarà sottoposta a referendum nel Regno Unito il 23 giugno. Il 30 per cento è indifferente e il 10 per cento vorrebbe che Londra uscisse dall’Ue.
Perché i britannici fanno tutte queste storie sull’Unione europea?

Alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1946, il Regno Unito, attraverso Winston Churchill, invocò la creazione di “una struttura sotto la quale vivere in pace, in sicurezza e in libertà… Una specie di Stati Uniti d’Europa”. Una decina di anni dopo, lo stesso paese rifiutò di entrare in questa struttura quando i suoi vicini europei cominciarono effettivamente a costruirla. Come definireste un paese del genere? Leggi

La battaglia per mantenere Londra nell’Ue si annuncia dura e incerta

Il primo ministro britannico ha ottenuto dagli altri 27 leader europei le concessioni che chiedeva per fare campagna a favore della permanenza del suo paese nell’Unione. La data del referendum è fissata (23 giugno, come previsto) e il 21 febbraio è partita la sfida, altamente incerta, tra sostenitori del sì e del no. Leggi

Perché i mercati temono l’uscita di Londra dall’Unione europea

Al vertice del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio il Regno Unito probabilmente raggiungerà un accordo per rinegoziare i termini della sua permanenza nell’Ue, aprendo così la strada a un referendum per il mese di giugno. Tutto questo è bastato per innervosire i mercati in vista della possibile Brexit, cioè l’uscita del paese dall’Ue. Leggi

Le richieste di Londra per evitare la sua uscita dall’Unione europea

Cameron spera di raggiungere un accordo su quattro punti: potenziare la competitività europea e gli accordi di libero scambio; escludere Londra dall’impegno di andare verso “un’unione sempre più stretta”; ottenere un trattamento equo dai paesi dell’eurozona; limitare l’accesso ai servizi del welfare per i lavoratori immigrati comunitari. Ottenuto l’accordo vorrebbe indire il referendum sulla permanenza di Londra nell’Ue per il 23 giugno. Leggi

L’uscita di Londra dall’Unione europea non conviene a nessuno

Il Consiglio europeo di fine anno si concentrerà sulle condizioni poste da David Cameron per chiedere ai britannici di votare in favore della permanenza del Regno Unito nell’Ue in occasione del referendum del 2016. Tutto lascia pensare che i leader europei si orienteranno verso il compromesso. Leggi

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