Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha indetto per mercoledì un vertice sul clima a cui non parteciperanno i rappresentanti dei due principali paesi emettitori, Cina e Stati Uniti.
Nonostante la maggiore diffusione degli eventi climatici estremi e le temperature da record, le emissioni di gas serra continuano ad aumentare e le aziende responsabili continuano a fare profitti.
Guterres ha quindi presentato il “vertice sull’ambizione climatica” come un evento “concreto”, senza chiacchiere inutili, in cui i leader o i rappresentanti dei governi annunceranno azioni specifiche per rispettare gli impegni presi con l’accordo di Parigi.
Guterres ha precisato che solo chi presenta piani concreti per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica potrà parlare.
Dopo aver ricevuto più di cento richieste di partecipazione, martedì sera le Nazioni Unite hanno reso noto un elenco di quarantuno partecipanti, che non comprende Cina, Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e India.
Alcuni dei principali leader mondiali non andranno quest’anno a New York per l’assemblea generale delle Nazioni Unite. Tra loro ci sono il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro britannico Rishi Sunak.
Per gli Stati Uniti al vertice indetto da Guterres sarà presente l’inviato per il clima John Kerry, che però non potrà parlare.
“Sicuramente l’assenza dei rappresentanti dei principali paesi emettitori avrà conseguenze negative sul vertice”, ha dichiarato Alden Meyer del gruppo di esperti sul clima E3g.
Secondo Meyer, la loro assenza dipende in parte da fattori come il conflitto in Ucraina, le tensioni tra Stati Uniti e Cina e le incertezze economiche.
“Ma penso che dipenda anche dalle resistenze dell’industria dei combustibili fossili ad attuare i cambiamenti necessari in questi paesi”, ha detto Meyer.
Catherine Abreu, direttrice dell’organizzazione non profit Destination zero, ha affermato che “l’assenza degli Stati Uniti al vertice potrebbe essere una buona notizia, perché l’amministrazione Biden continua a espandere i progetti sui combustibili fossili, pur incentivando le energie rinnovabili”.
“Nei vertici del passato molti leader si presentavano come paladini della transizione verde quando in realtà continuavano a sostenere i combustibili fossili in patria”, ha aggiunto.
Anche se gli Stati Uniti non saranno ammessi a parlare, lo stato della California sarà rappresentato dal governatore Gavin Newsom. Per il Regno Unito ci sarà invece il sindaco di Londra Sadiq Khan.
Rabbia crescente
Il vertice è il più grande evento sul clima a New York dal 2019, quando Greta Thunberg stupì il mondo con il suo discorso “Come osate?” alle Nazioni Unite.
La rabbia è in aumento tra gli attivisti per il clima, in particolare tra i più giovani, che lo scorso fine settimana hanno partecipato a una “marcia per mettere fine ai combustibili fossili” a New York.
Gli osservatori sono curiosi di capire cosa diranno il primo ministro canadese Justin Trudeau e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sia sugli obiettivi interni sia sui finanziamenti ai paesi in via di sviluppo.
L’incapacità dei paesi ricchi, responsabili della maggior parte delle emissioni, di rispettare le promesse fatte ai paesi a basso reddito, particolarmente colpiti dagli eventi climatici estremi, è da tempo un punto critico dei colloqui sul clima.
Tornando agli aspetti positivi del vertice, Colombia e Panamá annunceranno la loro adesione a un gruppo chiamato Powering past coal alliance, che dovrebbe promuovere un’uscita progressiva dal carbone. L’annuncio è importante perché la Colombia è attualmente il sesto esportatore di carbone al mondo.
Il vertice di mercoledì precede di qualche settimana la conferenza sul clima Cop28 che si terrà negli Emirati Arabi Uniti. Tra gli obiettivi della conferenza c’è quello di triplicare le energie rinnovabili entro il 2030 e di mettere fine, entro il 2050, alla produzione di energia da combustibili fossili che non sia compensata dalla cattura del carbonio.