Il Regno Unito sembra pronto a fare marcia indietro sull’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, con il primo ministro Rishi Sunak che dovrebbe rinunciare ad alcuni degli impegni presi dal governo. Il 20 settembre terrà un discorso sul tema nella sua residenza ufficiale di Downing street.
La decisione sarebbe legata alle preoccupazioni per i costi finanziari dei piani per accelerare la transizione energetica.
L’anno prossimo si terranno le elezioni legislative e, secondo i sondaggi, il Partito conservatore di Sunak è indietro rispetto all’opposizione laburista, anche a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e degli alloggi.
Secondo i mezzi d’informazione britannici, il premier vorrebbe attenuare l’eliminazione delle caldaie a gas a partire dal 2035 e il divieto di vendita di nuove automobili a benzina e diesel a partire dal 2030.
Di recente Sunak ha affermato che il governo punta a rispettare l’obiettivo delle zero emissioni, ma “in modo più graduale”.
La vittoria di stretta misura ottenuta dai conservatori nelle elezioni suppletive di luglio in una circoscrizione di Londra – attribuita alla campagna contro l’espansione di un’area a pagamento per i veicoli inquinanti voluta dal sindaco laburista Sadiq Khan – ha convinto molti nel partito a rivedere gli impegni sul clima.
La ministra dell’interno Suella Braverman ha dichiarato il 20 settembre a Sky News che “non salveremo il pianeta mandando in bancarotta i cittadini britannici”.
Critiche da più parti
La marcia indietro del governo sulle politiche ambientali ha scatenato la rabbia dell’opposizione, degli ambientalisti, dell’industria automobilistica e di alcuni parlamentari conservatori, creando una possibile spaccatura all’interno del partito di Sunak.
A luglio Sunak ha approvato centinaia di licenze per lo sfruttamento del petrolio e del gas nel mare del Nord, al largo della costa orientale del paese, facendo infuriare gli ambientalisti.
Il conservatore Alok Sharma, ex presidente della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop26, ha avvertito che “riununciare agli impegni presi non sarà di aiuto né dal punto di vista economico né da quello elettorale”.
Un altro politico conservatore, Chris Skidmore, ex ministro dell’energia, ha affermato che Sunak “è ancora in tempo per evitare il più grande errore da quando è premier”.
Secondo alcune voci, alcuni parlamentari sono pronti a presentare una mozione di sfiducia se Sunak non cambierà idea.
Passaggio ai veicoli elettrici
La deputata verde Caroline Lucas ha dichiarato che “la decisione di Sunak sarebbe economicamente analfabeta, storicamente sbagliata e ambientalmente insensata”.
Ed Miliband, portavoce laburista per l’energia, ha definito la marcia indietro “una farsa”.
Alcune critiche sono arrivate anche dall’industria automobilstica. Mike Hawes, amministratore delegato della Society of motor manufacturers and traders, ha detto che il Regno Unito dovrebbe essere “leader nella mobilità a zero emissioni”, e che bisogna essere “chiari e coerenti” per incentivare il passaggio ai veicoli elettrici.