Dirigenti di Amazon Prime alla prima di “Cenerentola” a Los Angeles (Kevin Winter, Getty Images North America)

Prime Video, il servizio di streaming di Amazon, comprenderà gli annunci pubblicitari a partire dal 2024. La notizia è stata data il 22 settembre dall’azienda, che punta così ad aumentare i ricavi, come hanno già fatto alcune piattaforme rivali.

“Per poter continuare a investire in contenuti coinvolgenti nel lungo periodo, a partire dai primi mesi del 2024 film, serie e altri contenuti offerti da Prime Video includeranno annunci pubblicitari poco invasivi”, ha dichiarato Amazon in un comunicato.

Il nuovo sistema sarà introdotto negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania e in Canada all’inizio del 2024, e qualche tempo dopo in Francia, Italia, Spagna, Messico e Australia, ha precisato l’azienda.

Il prezzo dell’abbonamento standard a Prime Video rimarrà invariato, ma gli abbonati potranno optare per contenuti privi di pubblicità a un costo aggiuntivo.

Oltre al servizio di streaming, gli abbonati ad Amazon Prime hanno accesso ad altri vantaggi, tra cui spedizioni rapide e sconti.

Amazon ha fatto sapere che il canone aggiuntivo senza pubblicità sarà di 2,99 dollari al mese negli Stati Uniti, mentre i prezzi negli altri paesi saranno annunciati più avanti.

Nel 2022 Disney+ ha lanciato negli Stati Uniti un abbonamento standard con pubblicità, più economico di quello senza, per poi estenderlo all’Europa. Anche Netflix ha lanciato un’offerta simile in tutto il mondo.

Amazon ha dichiarato che la speranza è di “poter limitare gli annunci pubblicitari rispetto ai concorrenti”.

Per compensare la crescita lenta degli abbonati, le piattaforme di streaming stanno cercando di aumentare le entrate con gli annunci pubblicitari, oltre che con un giro di vite sulla condivisione delle password.

Ad agosto Disney ha annunciato di aver perso abbonati per il terzo trimestre consecutivo, ma ha fatto sapere che affronterà il problema della condivisione delle password.

La rivale Netflix ha comunicato che gli abbonamenti sono quasi sei milioni in più e hanno raggiunto un livello record, anche grazie alla stretta sulle condivisioni.