Un’autorità antitrust statunitense ha fatto causa ad Amazon il 26 settembre, accusando il gigante del commercio online di gestire un monopolio illegale. Secondo la Federal trade commission (Ftc), l’azienda impone ai venditori restrizioni eccessive e soffoca i potenziali rivali.
L’attesa causa è un importante banco di prova per l’amministrazione Biden, che punta a limitare il potere dei colossi del digitale.
“Amazon ha usato una serie di tattiche punitive e coercitive per mantenere illegalmente il suo monopolio”, ha dichiarato Lina Khan, presidente della Ftc.
La Ftc, insieme a diciassette stati, sostiene che Amazon abbia violato le leggi antitrust in due modi. Entrambi riguardano il suo “marketplace”, che collega i venditori esterni agli acquirenti sulla piattaforma.
Primo, Amazon punirebbe le aziende che usano la sua piattaforma e che vendono altrove articoli a prezzi inferiori, abbassando il ranking dei loro prodotti sul sito.
Secondo, costringerebbe i venditori a iscriversi al costoso servizio logistico di Amazon per accedere ai clienti Prime.
“Amazon è un monopolista che usa il suo potere per aumentare i prezzi per i consumatori statunitensi e per addebitare commissioni molte alte a centinaia di migliaia di altri venditori”, ha dichiarato John Newman, vicedirettore dell’ufficio concorrenza della Ftc.
“Raramente nella storia del diritto antitrust statunitense una causa potrebbe beneficiare così tante persone”, ha aggiunto.
Amazon ha respinto tutte le accuse.
“La causa dimostra che la Ftc si è allontanata dalla sua missione di proteggere i consumatori e garantire la concorrenza”, ha dichiarato David Zapolsky, un dirigente di Amazon.
“Il ricorso presentato dalla Ftc è sbagliato dal punto di vista sostanziale e legale, e non vediamo l’ora di presentare le nostre argomentazioni in tribunale”, ha aggiunto.
Molti piccoli venditori hanno però dato il loro appoggio alla causa.
Consumatori in trappola
“Il commercio online dovrebbe essere un settore dinamico”, ha dichiarato Stacy Mitchell, direttrice esecutiva dell’Institute for local self-reliance. “Invece è dominato da un’unica azienda”.
La Ftc ha già avuto a che fare con Amazon in passato.
Nel giugno scorso ha presentato una denuncia contro l’azienda per aver “intrappolato i consumatori” con l’abbonamento Prime, che si rinnova automaticamente ed è difficile da cancellare.
La Ftc ha anche contestato Amazon per il mancato rispetto della privacy: nel maggio scorso l’azienda ha accettato di pagare più di trenta milioni di dollari per le polemiche legate alla sua videocamera di sicurezza Ring.
La nuova causa è molto importante per Khan, che si è fatta conoscere in ambito accademico per aver messo in discussione l’efficacia delle leggi antitrust nell’era digitale in un articolo intitolato Amazon’s antitrust paradox.
Il suo articolo era una replica a un’opera fondamentale dello studioso conservatore Robert Bork, secondo la quale le autorità incaricate di garantire la concorrenza dovrebbero rinunciare a perseguire le aziende a meno che non sia dimostrato un chiaro rischio di aumento dei prezzi, con conseguenze negative per i consumatori.
L’approccio di Bork è stato adottato per decenni dal governo e dai tribunali.
Ma nel 2021 il presidente statunitense Joe Biden ha nominato Khan alla guida della Ftc.
Lo stesso anno Amazon ha presentato un ricorso alla Ftc, chiedendo che Khan non si occupasse di questioni antitrust che riguardavano l’azienda, sostenendo che non fosse imparziale.
Da quando ha assunto la guida della Ftc Khan ha subito alcune sconfitte in tribunale.
A luglio un tribunale federale ha respinto il ricorso della Ftc contro l’acquisizione del gigante dei videogiochi Activision da parte di Microsoft, per 69 miliardi di dollari.
In precedenza era stato respinto un ricorso contro l’acquisizione di Within, un’azienda di software per la realtà virtuale, da parte della Meta, proprietaria di Facebook.