Israele continua a prepararsi per un’offensiva di terra nel nord della Striscia di Gaza, un territorio palestinese assediato che sta bombardando senza sosta dall’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Sabato Israele ha concesso agli abitanti più tempo per lasciare il nord del territorio controllato dal movimento islamista, da dove continuano a essere lanciati razzi verso Israele.
In attesa dell’offensiva di terra, venerdì l’esercito israeliano ha invitato i civili del nord del territorio – 1,1 milioni di persone su una popolazione totale di 2,4 milioni – a spostarsi verso sud e sabato li ha esortati a farlo “senza indugiare”.
Secondo l’esercito israeliano, il centro delle operazioni del gruppo islamista palestinese, classificato come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea e Israele, è a Gaza, nel nord del territorio.
Diversi paesi hanno espresso la loro preoccupazione per questa evacuazione da un territorio sovrappopolato che è sotto stretto assedio da quando ci sono stati gli attacchi di Hamas.
Da venerdì migliaia di abitanti stanno fuggendo con ogni mezzo possibile, con pochi beni frettolosamente ammassati su rimorchi, carretti, moto e auto, attraverso le rovine.
Sabato sera l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito che l’evacuazione forzata di oltre duemila pazienti verso le strutture stracolme nel sud di Gaza potrebbe essere “l’equivalente di una condanna a morte”.
“Le strutture sanitarie sono già al massimo della capacità e non sono in grado di assorbire un aumento considerevole del numero di pazienti”, ha dichiarato l’agenzia delle Nazioni Unite.
Di fronte al rischio di una conflagrazione regionale, sabato gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio di una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale “per scoraggiare un’azione ostile contro Israele”, secondo quanto dichiarato dal segretario alla difesa statunitense, Lloyd Austin.
L’attacco di Hamas e la guerra che ha scatenato hanno alimentato i timori di un’estensione del conflitto e di una catastrofe umanitaria per la popolazione di Gaza, che è stata privata dell’acqua, dell’elettricità e delle forniture alimentari e dove centinaia di migliaia di persone sono già state sfollate.
Sabato l’Arabia Saudita ha annunciato la sospensione dei colloqui per una possibile normalizzazione dei rapporti con Israele e ha chiesto un “cessate il fuoco immediato”.
Secondo le Nazioni Unite più di 423.000 palestinesi hanno già lasciato le loro case e 5.540 abitazioni sono state distrutte.
I palestinesi che cercavano di fuggire verso il sud del territorio attraverso un’area che l’esercito israeliano aveva definito sicura sono stati uccisi dai colpi israeliani, hanno dichiarato sabato testimoni e funzionari di Hamas.