Un esemplare di fungo Amanita phalloides. (William West, Afp)

Il 2 novembre la polizia australiana ha arrestato una donna responsabile di un pasto a base di filetto di manzo alla Wellington e funghi velenosi che ha causato la morte di tre persone.

Erin Patterson, 49 anni, è stata arrestata la mattina del 2 novembre e la polizia ha cominciato a perquisire la sua casa usando anche cani in grado di fiutare dispositivi elettronici come le chiavette usb.

Una volta completata la perquisizione, la donna sarà interrogata, ha dichiarato l’ispettore Dean Thomas della squadra anticrimine della polizia dello stato di Victoria.

“L’arresto di oggi è solo una tappa di un’indagine complessa e approfondita che è ancora in corso”, ha aggiunto Thomas.

L’arresto di Patterson rappresenta l’ultimo colpo di scena di una vicenda che sta appassionando il paese, e che ha acceso i riflettori sulla cittadina rurale di Leongatha, 110 chilometri a sudovest di Melbourne.

Patterson, che non è stata incriminata, si è sempre detta innocente.

Danni al fegato e ai reni

Il 29 luglio aveva preparato un pasto a base di filetto alla Wellington, una specialità della cucina inglese, per gli ex suoceri Don e Gail Patterson. La donna era sposata con il figlio Simon, ma i due sono separati da tempo. L’ex marito era invitato, ma aveva rinunciato all’ultimo momento.

Il pastore battista Ian Wilkinson e la moglie Heather completavano la lista degli invitati.

Il fatto che i quattro ospiti di Erin Patterson si siano subito sentiti male, mentre lei è rimasta in buona salute, ha alimentato i sospetti.

Gli ex suoceri e la moglie del pastore sono morti pochi giorni dopo. Solo il pastore Wilkinson, 69 anni, è sopravvissuto dopo aver trascorso quasi due mesi in ospedale.

Dimesso dall’ospedale il 23 settembre, è apparso per la prima volta in pubblico all’inizio di ottobre in occasione di una cerimonia di commemorazione della moglie, e un quotidiano locale ha riferito che appariva “fragile” e si muoveva con l’aiuto di “un deambulatore”.

I sintomi accusati dalle vittime sono compatibili con quelli causati dall’ingestione del fungo Amanita phalloides, ha dichiarato la polizia

Erin Patterson ha spiegato ad agosto di aver comprato i funghi in un negozio di alimentari asiatico e ha sempre parlato di “incidente”.

“Sono devastata”, ha dichiarato. “Non avevo alcun motivo di avvelenare i miei cari”.

Il fungo Amanita phalloides – noto anche come tignosa verdognola, angelo della morte e ovolo bastardo – è spesso scambiato per specie commestibili.

Le sue potenti tossine causano gravi danni al fegato e ai reni, e al momento non c’è un antidoto.