Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha chiesto il 2 novembre, in occasione di una conferenza internazionale organizzata nel Regno Unito, una risposta “unita, durevole e globale” ai rischi posti dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (ia).
Nel corso dell’evento, che si è tenuto a Bletchley Park vicino a Londra, Guterres ha affermato che “i modelli dell’intelligenza artificiale dovrebbero rispettare la carta delle Nazioni Unite e la dichiarazione universale dei diritti umani”.
Un centinaio di esperti, dirigenti d’azienda e leader politici, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e la premier italiana Giorgia Meloni, hanno discusso per due giorni dei rischi legati all’ia.
Già il 1 novembre, nel primo giorno dei lavori, le principali potenze mondiali, tra cui Cina, Stati Uniti e Unione europea, si erano messe d’accordo sulla necessità di una “responsabilità condivisa” e avevano firmato la dichiarazione di Bletchley, che il primo ministro britannico Rishi Sunak ha definito “storica”.
Al termine della conferenza, che si è tenuta nell’edificio che durante la seconda guerra mondiale ospitava la principale unità di crittoanalisi del Regno Unito, Sunak ha annunciato un accordo tra governi e aziende per “lavorare insieme alla sicurezza dei nuovi modelli di ia prima che siano lanciati”.
Questi modelli avanzati di ia potranno essere testati negli istituti di ricerca che il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler creare.
Sunak ha affermato che i “successi” della conferenza “faranno pendere la bilancia a favore dell’umanità, perché dimostrano che c’è sia la volontà politica sia la capacità di controllare questa tecnologia e di garantirne i benefici a lungo termine”.
Citando il fisico Stephen Hawking, che definì l’ia “la cosa migliore o peggiore che potrebbe capitare all’umanità”, Sunak si è detto ottimista.
I partecipanti hanno inoltre deciso di affidare al ricercatore canadese Yoshua Bengio, figura di spicco del settore e vincitore del premio Turing nel 2019, il primo rapporto sullo “stato della tecnologia”.
Il rapporto fornirà una valutazione scientifica della situazione attuale dell’ia, dei rischi e delle opportunità, e stabilirà le priorità per garantire la sicurezza futura della tecnologia.
Contenuti falsi online
A Bletchley Park era presente anche Elon Musk, proprietario del social network X e cofondatore di OpenAi. Il 1 novembre ha dichiarato che l’intelligenza artificiale rappresenta “una delle più grandi minacce per l’umanità”.
La Cina, la cui presenza aveva suscitato polemiche a causa delle tensioni geopolitiche e dei timori di spionaggio, non ha partecipato alle discussioni del secondo giorno, che si sono tenute in formato ristretto.
Davanti a un “piccolo gruppo di rappresentanti di governi affini”, tra cui Francia, Canada e Giappone, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha sottolineato gli sforzi degli Stati Uniti per “stabilire standard e strumenti che distinguano i contenuti digitali autentici prodotti dal governo da quelli generati o manipolati dall’ia”, ha affermato la Casa Bianca.
A un anno dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e da quelle legislative nel Regno Unito, c’è il timore che l’intelligenza artificiale generativa possa moltiplicare i contenuti falsi online, producendo deepfake sempre più credibili.
Queste tecnologie, capaci di produrre testi, suoni e immagini su richiesta in pochi secondi, hanno compiuto enormi progressi negli ultimi anni, e nuovi sviluppi sono attesi entro la prossima estate.
Il governo britannico ha avvertito che l’ia potrebbe favorire sviluppi importanti nella medicina e nell’istruzione, ma anche destabilizzare la società, contribuire allo sviluppo di armi e perfino sfuggire al controllo umano.
La seconda e la terza edizione della conferenza internazionale sulla sicurezza dell’ia si terranno in Corea del Sud tra sei mesi, in formato virtuale, e a Parigi tra un anno, in presenza.