Il ministro dimissionario dell’economia, del commercio e dell’industria Yasutoshi Nishimura. (Kazuhiro Nogi, Afp)

Quattro ministri giapponesi si sono dimessi il 14 dicembre dopo che il giorno prima il premier Fumio Kishida aveva annunciato di voler affrontare un ampio scandalo di corruzione all’interno del Partito liberaldemocratico (Pld, al potere).

“Ho dato le dimissioni”, ha dichiarato il 14 dicembre Hirokazu Matsuno, segretario generale del partito e portavoce del governo.

Si sono dimessi anche il ministro dell’economia, del commercio e dell’industria Yasutoshi Nishimura, quello dell’interno Junji Suzuki e quello dell’agricoltura Ichirō Miyashita, oltre a cinque viceministri e funzionari.

Secondo alcuni mezzi d’informazione giapponesi, la procura sta indagando su una frode finanziaria in cui sono coinvolti decine di esponenti del Pld, la formazione conservatrice al potere quasi ininterrottamente dal 1955.

I politici coinvolti sono accusati di aver nascosto al fisco il denaro incassato grazie alla vendita di biglietti per serate di raccolta fondi.

Gli inquirenti hanno messo nel mirino i membri di una corrente del partito che in passato era guidata dall’ex premier Shinzō Abe, assassinato nel luglio 2022. Secondo la stampa, avrebbero ricevuto circa cinquecento milioni di yen (3,2 milioni di euro) tra il 2017 e il 2022.

Il 13 dicembre Kishida, 66 anni, ha promesso di “fare tutto il possibile per ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica nel governo”.

La corrente Abe

Secondo un sondaggio pubblicato il 14 dicembre dall’agenzia di stampa Jiji, il premier, al potere dall’autunno 2021 e impopolare prima che scoppiasse lo scandalo, ha il sostegno di appena il 17,1 per cento degli elettori.

“Ma è improbabile che il governo possa cadere, anche perché i partiti di opposizione non hanno molto seguito”, ha dichiarato all’Afp Naofumi Fujimura, professore di scienze politiche all’università di Kobe.

Tutti i politici che si sono dimessi appartengono alla “corrente Abe”, anche se, secondo la stampa, lo scandalo sarebbe più ampio.

“Nel partito ci sono varie correnti, ma quella di Abe rimane la più forte, anche dal punto di vista quantitativo, con 99 membri”, ha aggiunto Fujimura. “Una rottura con la corrente Abe potrebbe quindi causare serie difficoltà a Kishida”.

La popolarità di Kishida è in picchiata anche a causa dell’inflazione e dell’indebolimento dello yen, che stanno minando il potere d’acquisto delle famiglie.

Le elezioni sono previste nel 2025, ma secondo alcuni analisti Kishida potrebbe indirle con un anno di anticipo per evitare un voto interno al Pld che si preannuncia difficile per lui.