L’attivista Fail Alsynov, condannato a quattro anni di prigione. (Sota)

Il 17 gennaio migliaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia a Bajmak, nella repubblica russa della Baschiria, dopo la condanna di Fail Alsynov, un attivista che si batte contro lo sfruttamento delle materie prime locali e che in passato aveva criticato l’invasione dell’Ucraina.

La polizia ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per “disordini di massa” dopo aver represso le proteste usando i gas lacrimogeni. Decine di persone sono state arrestate.

Secondo l’ong Ovd-Info, circa seimila sostenitori di Alsynov si erano radunati davanti al tribunale di Bajmak, una cittadina di diciassettemila abitanti vicino al confine con il Kazakistan.

Se accusati di aver partecipato a una “rivolta”, i manifestanti rischierebbero fino a quindici anni di prigione.

L’ong ha aggiunto che decine di persone sono rimaste ferite e che l’accesso a internet è stato limitato.

Miniere d’oro

Le manifestazioni di protesta sono molto rare in Russia, dove qualunque forma di dissenso comporta il rischio di condanne a pene detentive.

Alsynov è stato condannato a quattro anni di prigione per “incitamento all’odio”.

Il caso risale al 2023, quando, nel corso di un intervento pubblico contro lo sfruttamento delle miniere d’oro della Baschiria, l’attivista aveva pronunciato due parole in lingua baschira (un idioma di origine turca) che le autorità hanno definito “razziste”. Secondo l’attivista, però, le parole erano state tradotte male in russo.

“Sono innocente e farò ricorso”, ha affermato dopo la sentenza.

Secondo alcuni mezzi d’informazione locali, Alsynov era già stato multato l’anno scorso per aver criticato una campagna di reclutamento dell’esercito russo, definendola un “tentativo di genocidio del popolo baschiro”.