La cupola del congresso degli Stati Uniti, Washington, 10 gennaio 2024. (Andrew Caballero-Reynolds, Afp)

Il 13 febbraio il senato statunitense ha approvato un pacchetto di aiuti che prevede sessanta miliardi di dollari per l’Ucraina, oltre a finanziamenti per Israele e Taiwan, ma la leadership repubblicana della camera dei rappresentanti ha fatto sapere che non lo esaminerà nella forma attuale.

Il senato, a maggioranza democratica, ha approvato – con settanta voti a favore (tra cui ventidue repubblicani) e ventinove contrari – un pacchetto da 95 miliardi di dollari che è il risultato di mesi di difficili negoziati.

La sera prima, però, gli alleati di Donald Trump alla camera, dove i repubblicani hanno la maggioranza, avevano annunciato il loro rifiuto di esaminare il testo nella forma attuale.

Nonostante questo, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha voluto ringraziare i senatori statunitensi.

“La continuità degli aiuti statunitensi ci permetterà di salvare vite umane dal terrore russo e di portare avanti la nostra battaglia per la libertà e la democrazia”, ha affermato sul social network X.

Democratici e repubblicani si stanno scontrando da mesi al congresso sugli aiuti all’Ucraina.

La grande maggioranza dei democratici è favorevole, mentre tra i repubblicani prevalgono i contrari, che seguono le indicazioni di Trump.

In piena campagna elettorale per le presidenziali è in corso un braccio di ferro tra il presidente Joe Biden, che chiede con urgenza l’approvazione degli aiuti, e Trump, che sostiene di potere risolvere la guerra tra Russia e Ucraina “in ventiquattr’ore”, senza però spiegare come.

“Il pacchetto di aiuti all’esame del senato trascura il problema più urgente del nostro paese”, ha affermato il presidente della camera Mike Johnson, un fedelissimo di Trump, riferendosi alla crisi migratoria al confine con il Messico.

In cambio dell’approvazione degli aiuti a Kiev, i repubblicani chiedono un forte inasprimento della politica migratoria.

Johnson si limita a seguire le direttive di Trump, che il 10 febbraio ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero “smettere di dare soldi che non saranno rimborsati”.

Trump ha anche detto che avrebbe “incoraggiato” la Russia ad attaccare i paesi della Nato in ritardo con il pagamento delle loro quote, suscitando una pioggia di critiche dall’altra parte dell’Atlantico.