Agenti di polizia durante una manifestazione ad Haiti, il 7 febbraio 2024. (Richard Pierrin, Afp)

Quattro agenti di polizia sono morti durante degli scontri a fuoco con alcuni gruppi armati nella capitale haitiana Port-au-Prince il 29 febbraio, secondo il sindacato della polizia. Uno dei maggiori gruppi coinvolti aveva parlato in precedenza di attacchi coordinati per destituire il contestato primo ministro Ariel Henry.

Dall’omicidio del presidente Jovenel Moïse nel 2021, Haiti sta affrontando una grave crisi politica, di sicurezza e umanitaria. I gruppi armati hanno preso il controllo di intere zone del paese e il numero di omicidi è più che raddoppiato nel 2023. Henry, al potere dal 2021, avrebbe dovuto dimettersi all’inizio di febbraio.

Le violenze del 29 febbraio hanno causato la morte di quattro agenti di polizia e il ferimento di cinque persone, ha dichiarato all’Afp Lionel Lazarre, capo del sindacato nazionale della polizia di Haiti. Due stazioni di polizia sono state date alle fiamme, ha aggiunto.

In un video pubblicato sui social network, il leader del gruppo Jimmy Chérizier, detto Barbecue, ha affermato che “tutti i gruppi armati agiranno per far dimettere il primo ministro Ariel Henry”.

“Useremo ogni strategia per raggiungere quest’obiettivo. Rivendichiamo la responsabilità di tutto ciò che sta succedendo nelle strade in questo momento”, ha aggiunto poche ore dopo l’inizio degli attacchi.

Questi scontri coincidono con il ventesimo anniversario del colpo di stato che estromise dal potere il presidente Jean-Bertrand Aristide e arrivano in un momento in cui Henry si trova in Kenya.

Proprio il Kenya guiderà una missione multinazionale approvata dalle Nazioni Unite per aiutare le forze di sicurezza haitiane a combattere le bande armate attive nel paese. Il 29 febbraio le Nazioni Unite hanno annunciato che cinque paesi (Bahamas, Bangladesh, Barbados, Benin e Ciad) hanno confermato la loro partecipazione.

Ma il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha insistito il 29 febbraio sull’importanza di raggiungere una “soluzione politica” per Haiti. “Altrimenti il problema non sarà mai risolto”, ha dichiarato Guterres al suo arrivo nell’arcipelago di Saint Vincent e Grenadine, un piccolo paese caraibico a sudest di Haiti.

Il 29 febbraio si sono sentiti pesanti spari in diversi quartieri di Port-au-Prince, mentre le forze di sicurezza cercavano di respingere gli assalitori che avevano preso di mira le stazioni di polizia, l’accademia di polizia e altri siti strategici come l’aeroporto internazionale Toussaint-Louverture.