Volontari delle unità di autodifesa russe partecipano a un’esercitazione di evacuazione a Belgorod, nel sudovest della Russia, al confine con l’Ucraina, il 28 febbraio 2024. (Str, Afp)

Il 5 marzo l’Ucraina ha rivendicato la distruzione di una motovedetta russa nel mar Nero, vicino alla penisola di Crimea, in un ulteriore colpo sferrato da Kiev a Mosca in quest’area strategica.

Kiev ha inoltre dichiarato di aver colpito un deposito di petrolio nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Nelle ultime settimane si sono susseguiti attacchi simili a siti petroliferi sul territorio russo.

Nel mar Nero, la marina ucraina ha affermato che “un’unità speciale” ha “distrutto la più moderna motovedetta russa, la Sergei Kotov” il 4 marzo “dopo averla colpita con droni marittimi Magura V5”.

L’attacco è avvenuto “nelle acque territoriali ucraine, vicino allo stretto di Kerč”, ha dichiarato, aggiungendo che la motovedetta era già stata “gravemente danneggiata” lo scorso settembre in un precedente attacco delle forze ucraine.

“Per quanto riguarda l’equipaggio, la situazione non è ancora chiara. Ci sono morti e feriti. Tuttavia, è probabile che alcuni militari siano riusciti a scappare”, ha dichiarato su Telegram il portavoce dell’intelligence militare ucraina Andrij Yusov.

L’attacco è stato condotto dai servizi segreti ucraini con la collaborazione della marina. L’intelligence ha pubblicato un video in bianco e nero che mostra il presunto attacco notturno. Il filmato mostra un drone navale che si avvicina alla Sergei Kotov, lunga 94 metri, seguito da un’esplosione.

Il ministero della difesa russo non ha finora rilasciato alcun commento ufficiale sull’attacco, ma blogger militari russi vicini alle forze armate lo hanno confermato, sottolineando in alcuni casi l’incapacità della marina russa di difendersi.