Pacchi umanitari paracadutati sulla Striscia di Gaza, il 25 marzo 2024. (Afp)

Nonostante l’approvazione il 25 marzo di una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede una tregua immediata nella Striscia di Gaza, il giorno dopo i combattimenti sono proseguiti.

La risoluzione è stata approvata con quattordici voti a favore e l’astensione degli Stati Uniti, che in precedenza avevano messo il veto ad altri testi che chiedevano un cessate il fuoco immediato. Prevede “una tregua immediata per il mese del Ramadan” (cominciato più di due settimane fa), primo passo verso “una tregua durevole”, e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha avvertito che il mancato rispetto della risoluzione sarebbe “imperdonabile”.

Furioso con gli Stati Uniti, il governo israeliano ha cancellato la visita a Washington di una sua delegazione, affermando che l’astensione sulla risoluzione “rischia di compromettere gli sforzi dell’esercito per distruggere Hamas e liberare gli ostaggi”.

“Non abbiamo il diritto morale di fermare la guerra mentre a Gaza ci sono ancora ostaggi”, ha affermato il ministro della difesa Yoav Gallant, in visita negli Stati Uniti.

Hamas ha accolto con favore l’appello a una tregua e ha accusato Israele di essere responsabile del fallimento dei negoziati in corso a Doha con la mediazione del Qatar, dell’Egitto e degli Stati Uniti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito accusando Hamas di formulare “richieste eccessive”.

Tuttavia, il 26 marzo il Qatar ha affermato che i negoziati proseguiranno.

Nonostante la preoccupazione della comunità internazionale, Netanyahu si è detto determinato a condurre un’offensiva di terra a Rafah, nel sud della Striscia, dove secondo le Nazioni Unite vivono ammassate quasi un milione e mezzo di persone, in maggioranza sfollati.

Intanto, il 26 marzo Hamas ha affermato che diciotto persone sono morte, dodici delle quali annegate in mare, mentre cercavano di recuperare gli aiuti umanitari paracadutati nella Striscia, minacciata da una grave carestia. Sei persone sono morte in episodi di calca legati all’arrivo del cibo per via aerea.

Il gruppo palestinese ha chiesto di sospendere i lanci e di rimuovere invece gli ostacoli alle consegne attraverso i varchi terrestri, controllati da Israele.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 32.414 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato circa 1.160 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.