Eduardo Soteras, Afp

Le Nazioni Unite hanno bisogno di almeno un miliardo di dollari nei prossimi tre mesi per garantire la consegna degli aiuti umanitari in Etiopia, colpita da una grave crisi alimentare. Più di ventuno milioni di persone hanno bisogno di assistenza.

“Serve una grande mobilitazione”, ha dichiarato all’Afp Ramiz Alakbarov, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per l’Etiopia, in occasione della conferenza dei donatori del 16 aprile a Ginevra.

“Il popolo etiope ha bisogno della nostra solidarietà e del nostro sostegno”, ha aggiunto.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, quest’anno l’Etiopia avrà bisogno di 3,24 miliardi di dollari di aiuti, soprattutto per i circa quattro milioni di sfollati interni.

Al momento hanno ricevuto fondi per meno del 5 per cento della somma richiesta.

“Il divario è ancora molto ampio”, ha affermato a Ginevra Shiferaw Teklemariam, capo della Commissione etiope per la gestione dei rischi (Ndrmc).

“È necessario agire con urgenza”, ha dichiarato, aggiungendo che il governo etiope ha stanziato 250 milioni di dollari per gli aiuti alimentari nei prossimi mesi.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), “la situazione in Etiopia è critica, ma c’è ancora una finestra di opportunità per intervenire”.

La conferenza dei donatori, organizzata dai governi di Etiopia e Regno Unito, si è svolta il giorno dopo un evento simile per il Sudan a Parigi, in cui sono stati raccolti più di due miliardi di euro.

L’anno scorso l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) e il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) avevano sospeso temporaneamente la consegna degli aiuti umanitari in Etiopia denunciando casi di appropriazione indebita.

Alla fine di dicembre le autorità della regione settentrionale del Tigrai avevano lanciato l’allarme sulla carestia imminente, causata dalla siccità e dagli effetti di due anni di conflitto con il governo federale.

Nel novembre 2022 un accordo di pace aveva messo fine alla guerra nel Tigrai, ma da allora le violenze si sono estese ad altre regioni del paese, tra cui quelle di Amhara e Oromia.