La conferenza National conservatism a Bruxelles, in Belgio. (Simon Wohlfahrt, Afp)

Una conferenza organizzata dalla destra nazionalista europea a Bruxelles è ripresa il 17 aprile dopo che il consiglio di stato belga ha revocato un divieto emesso il giorno prima dal comune che ospitava l’evento.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, uno dei partecipanti, ha accolto con favore la revoca del divieto, affermando però che la decisione presa dal comune dimostra che “in Europa, e in particolare a Bruxelles, la libertà è in pericolo”.

Il divieto emesso da Emir Kir, il sindaco socialista di Saint-Josse, un comune della regione di Bruxelles-Capitale, era stato definito da vari capi di governo europei, tra cui il belga Alexander De Croo e il britannico Rishi Sunak, un attacco alla libertà di riunione e di espressione.

Farage e Zemmour

La mattina del 17 aprile il consiglio di stato belga, il più alto tribunale amministrativo del paese, ha revocato il divieto, accogliendo il ricorso degli organizzatori della conferenza National conservatism.

Nel testo della sentenza i giudici hanno affermato che il sindaco ha ignorato “il diritto costituzionale a riunirsi pacificamente”.

“Il divieto era stato motivato con il rischio di scontri causati da manifestanti contrari alla conferenza, ma in questi casi si dovrebbero adottare misure per garantire la sicurezza pubblica”, hanno aggiunto.

Tra i partecipanti alla conferenza ci sono anche il britannico Nigel Farage e l’ex candidato alle presidenziali francesi Eric Zemmour.

Tra i temi in discussione ci sono “il ritorno dello stato nazionale”, “salviamo i bambini” e “la mia fede e la famiglia in crisi”.