“Il primo ministro slovacco Robert Fico non è più in pericolo di vita, salvo complicazioni, dopo che l’intervento chiururgico a cui è stato sottoposto è andato bene”, ha dichiarato il 16 maggio alla Bbc il vicepremier Tomáš Taraba. Le sue condizioni sono comunque ancora gravi.
Il giorno prima Fico, 59 anni, era stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco e trasferito in elicottero in un ospedale di Banská Bystrica con ferite potenzialmente letali al termine di una riunione di governo in trasferta ad Handlová, nel centro del paese.
Il ministro della difesa Robert Kaliňák ha denunciato un “attentato politico”.
L’autore dell’attentato, che è stato arrestato, è un uomo di 71 anni che i mezzi d’informazione slovacchi hanno descritto come uno scrittore.
Il figlio ha dichiarato al sito Aktuality.sk che aveva un’arma da fuoco legalmente registrata. “Vi posso dire solo una cosa: non ha votato per lui”, ha aggiunto, rispondendo a una domanda sui sentimenti del padre nei confronti di Fico.
“La polizia ha arrestato l’aggressore e fornirà ulteriori informazioni appena possibile”, ha affermato in un comunicato la presidente slovacca Zuzana Čaputová, filoeuropea. Čaputová ha definito l’attentato contro Fico, un suo avversario politico, “un attacco alla democrazia”.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha denunciato un “attentato spregevole”, aggiungendo che “questi atti di violenza non hanno posto nella nostra società e minano la democrazia, il nostro bene più prezioso”.
Fico, un leader populista accusato di essere favorevole al Cremlino, si era insediato per un terzo mandato da premier nell’ottobre 2023, dopo aver già guidato il paese dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018.
Negli ultimi mesi ha fatto una serie di dichiarazioni che hanno alimentato le tensioni con la vicina Ucraina.
Ha sospeso gli aiuti militari a Kiev e messo in discussione la sua sovranità, oltre a opporsi alle sanzioni alla Russia.
Ad aprile, tuttavia, si è espresso a favore di una soluzione negoziata che rispetti l’integrità territoriale dell’Ucraina.
In politica interna il premier ha promosso alcune misure che hanno scatenato proteste di massa, tra cui una legge sull’informazione che, secondo i critici, minerà l’imparzialità della tv e della radio pubbliche.