Il presidente dominicano Luis Abinader, 56 anni. (Francesco Spotorno, Afp)

Il capo dello stato uscente Luis Abinader, fautore della linea dura sull’immigrazione da Haiti, è stato rieletto per un nuovo mandato di quattro anni nel primo turno delle presidenziali del 19 maggio.

“Il popolo si è espresso chiaramente, e non deluderò le aspettative”, ha affermato davanti ai suoi sostenitori Abinader, che era il grande favorito del voto.

“Sono e sarò il presidente di tutti i dominicani”, ha aggiunto Abinader, che ha fatto della lotta all’immigrazione haitiana, spesso associata alla criminalità, uno dei cavalli di battaglia della sua presidenza.

Haiti, con cui la Repubblica Dominicana, molto più prospera, condivide l’isola di Hispaniola, sta sprofondando in una crisi senza precedenti alimentata dalle violenze delle bande criminali.

Secondo i risultati parziali delle presidenziali, con il 25,52 per cento delle schede scrutinate, Abinader ha ottenuto il 58,87 per cento dei voti, contro il 27,25 per cento dell’ex presidente Leonel Fernández. Abel Martínez è arrivato terzo con il 10,60 per cento.

“Ho appena telefonato al presidente Abinader per congratularmi con lui”, ha scritto Fernández sul social network X. “Gli auguro ogni successo”.

Il Partito rivoluzionario moderno (Prm), la formazione di centrosinistra guidata da Abinader, dovrebbe anche ottenere la maggioranza alla camera dei deputati e al senato.

Secondo i sondaggi, circa il 70 per cento dei dominicani approva l’operato di Abinader e in particolare la linea dura nei confronti di Haiti.

Da quando si è insediato nel 2020, il presidente ha moltiplicato le prese di posizione contro i migranti haitiani e ordinato la costruzione di un muro lungo una parte della frontiera con Haiti.

In campagna elettorale Abinader ha anche vantato i buoni risultati economici, citando “un’alta crescita, un’inflazione sotto controllo e una bassa disoccupazione”. La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale prevedono per il 2024 un aumento del pil del 5 per cento.