Londra, 20 maggio 2024. (Benjamin Cremel, Afp)

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha presentato il 20 maggio le scuse ufficiali del governo per lo scandalo del sangue infetto nel Regno Unito tra gli anni settanta e gli anni novanta, che ha causato circa tremila vittime.

“Mi scuso con tutto il cuore per questa terribile ingiustizia”, ha affermato Sunak in parlamento dopo la pubblicazione di un’inchiesta che accusa le autorità di aver insabbiato lo scandalo.

Parlando di “giorno della vergogna” per lo stato britannico, Sunak ha dichiarato che il 21 maggio il governo presenterà un piano di risarcimento per quello che è stato definito il più grave scandalo nella storia del National health service (Nhs), il servizio sanitario pubblico del Regno Unito.

“Qualunque sia il costo del piano di risarcimento, lo pagheremo”, ha aggiunto.

Epatite C e hiv

Per circa vent’anni, dall’inizio degli anni settanta all’inizio degli anni novanta, migliaia di persone affette da emofilia o sottoposte a interventi chirurgici sono state infettate dal virus dell’epatite C e dall’hiv dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue.

“Ciò che è accaduto è davvero orribile”, ha scritto nel rapporto l’ex giudice Brian Langstaff, che nel 2018 era stato incaricato di condurre l’inchiesta pubblica.

Dopo aver intervistato migliaia di testimoni ed esaminato decine di migliaia di documenti, Langstaff ha stabilito che “il disastro sanitario poteva essere evitato” e che “la verità è stata tenuta nascosta per decenni”.

“I pazienti sono stati infettati perché medici, responsabili dei servizi di trasfusione e politici non hanno messo al primo posto la loro sicurezza”, ha affermato Langstaff.

Fornitori statunitensi

A causa delle carenze di sangue, l’Nhs si è rivolto a fornitori statunitensi che pagavano donatori appartenenti a categorie ad alto rischio, tra cui detenuti.

Il servizio sanitario britannico non ha effettuato controlli adeguati e quando sono emersi i primi casi d’infezione ha tardato a ridurre le importazioni di prodotti ematici dagli Stati Uniti, insabbiando poi lo scandalo e abbandonando le vittime al loro destino.

“Oggi è un grande giorno”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa Andrew Evans, cofondatore del gruppo Tainted blood (”sangue contaminato”), affetto da emofilia e infettato dall’hiv e dall’epatite C quando aveva cinque anni.