Il 14 ottobre il tribunale di Berlino ha condannato un ex agente della Stasi, la polizia politica della Repubblica Democratica Tedesca (1949-1990), a dieci anni di prigione per l’omicidio di un polacco che cercava di fuggire in occidente.

“Il tribunale ha accertato che Martin Naumann, 80 anni, è responsabile dell’omicidio a colpi di arma da fuoco di Czesław Kukuczka, trentottenne all’epoca dei fatti, avvenuto mentre quest’ultimo attraversava il valico di frontiera di Friedrichstrasse a Berlino nel 1974”, ha affermato il giudice Bernd Miczajka.

“Naumann, che all’epoca aveva 31 anni, ha eseguito con spietatezza un atto pianificato dalla Stasi”, ha aggiunto.

La procura aveva chiesto dodici anni di prigione per l’ex tenente, che oggi è in pensione.

Gli avvocati di Naumann avevano invece chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove.

Secondo Daniela Münkel, responsabile degli archivi della Stasi a Berlino, Naumann è il primo ex agente della polizia politica della Germania comunista a essere condannato per omicidio.

140 persone uccise tra il 1961 e il 1989

Il processo – che ha fatto ripiombare il paese nel clima della guerra fredda, quando la Germania era divisa in due dalla cortina di ferro – è stato reso possibile da nuove informazioni trovate da due storici, un tedesco e un polacco, negli archivi della Stasi nel 2016, che collegano Naumann alla morte del fuggitivo, e dalla scoperta di nuovi testimoni.

Kukuczka è una delle almeno 140 persone uccise tra il 1961 e il 1989 mentre cercavano di fuggire in occidente attraverso il muro di Berlino.

Il 29 marzo 1974 fece irruzione nell’ambasciata polacca a Berlino Est con una finta bomba per ottenere un visto per attraversare il confine.

Allertata dalle autorità polacche, la Stasi gli fece credere che il visto era stato accettato. Ma nel momento in cui Kukuczka pensava di essere ormai al sicuro, dopo aver attraversato due posti di blocco senza incidenti, Naumann lo uccise con un colpo di pistola, un atto per il quale fu poi decorato.

L’avvocato Hans-Jürgen Förster, che rappresenta la figlia di Kukuczka, ha dichiarato che l’imputato “era l’ultimo anello della catena di comando” e ha presentato una richiesta di allargamento dell’indagine a tutte le persone decorate dal regime per la morte del fuggitivo.

Secondo gli archivi governativi tedeschi, negli anni novanta 251 persone sono state incriminate per crimini commessi per conto della Stasi.

La maggior parte è stata assolta, spesso per insufficienza di prove, mentre 87 sono state condannate, quasi tutte con pene lievi.