Nei prossimi mesi i governi devono fare un cambio di passo nella lotta alla crisi climatica o la speranza di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale “sarà presto morta”, hanno avvertito le Nazioni Unite in un rapporto pubblicato il 24 ottobre.

“In tutto il mondo le persone stanno già pagando un prezzo pesante per l’inazione climatica”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Secondo il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), pubblicato a meno di un mese dall’inizio della Cop29 in Azerbaigian, i piani di riduzione delle emissioni di gas serra attualmente previsti dai governi causerebbero un riscaldamento catastrofico di 3,1 gradi entro la fine del secolo.

Anche tenendo conto degli impegni a fare di più, compresi quelli che i paesi poveri hanno subordinato all’ottenimento di aiuti finanziari e tecnologici, la temperatura media globale aumenterebbe di 2,6 gradi, con la conseguenza di superare una serie di “punti critici” irreversibili: distruzione delle calotte glaciali, aumento fuori controllo del livello del mare e moltiplicazione degli eventi meteorologici estremi.

“Abbiamo bisogno di una mobilitazione globale a un ritmo senza predecenti o la speranza di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi sarà presto morta”, ha avvertito Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep.

Per evitare di superare la soglia fissata dall’accordo di Parigi, gli stati dovrebbero ridurre le loro emissioni annue di gas serra del 42 per cento entro il 2030 e del 57 per cento entro il 2035, rispetto ai livelli del 2019.

Per raggiungere l’obiettivo, i governi devono fare un cambio di passo e presentare entro febbraio dei piani ambiziosi per il clima, che prevedano “interventi immediati”. Si tratta dei Contributi determinati a livello nazionale (Ndc), che devono essere aggiornati a intervalli regolari.

“O riduciamo rapidamente le emissioni o ci buttiamo a capofitto in una catastrofe climatica in cui saranno i poveri e i vulnerabili a soffrire di più”, ha affermato Guterres.

“Intervenire è ancora più urgente perché nell’ultimo anno non sono stati fatti passi avanti significativi verso il raggiungimento degli obiettivi per il 2030”, ha dichiarato Anne Olhoff, una delle autrici del rapporto.

“La sfida è difficilissima, ma rimanere al di sotto della soglia di 1,5 gradi rimane tecnicamente possibile”, si legge nel rapporto.

Per farlo bisogna accelerare lo sviluppo dell’energia solare ed eolica, e proteggere o ripristinare le foreste, che sono serbatoi di carbonio fondamentali.

Nel 2023 le emissioni globali hanno raggiunto la cifra record di 57,1 gigatonnellate di Co2 equivalente, ma il picco è previsto per il 2024 o il 2025.