L’8 maggio l’Unione europea ha minacciato dazi doganali per un valore di 95 miliardi di euro sui prodotti statunitensi, tra cui automobili e aerei, in caso di fallimento dei negoziati commerciali con l’amministrazione Trump.

Lo stesso giorno il presidente statunitense Donald Trump ha affermato di aver raggiunto un accordo “totale e completo” con il Regno Unito, dopo settimane di negoziati.

La Commissione europea ha precisato di aver avviato “una consultazione pubblica” su un lungo elenco di prodotti statunitensi che potrebbero essere tassati.

Oltre alle automobili e agli aerei, l’elenco comprende apparecchiature elettriche ed elettroniche, batterie, elettrodomestici e prodotti agricoli (frutta, verdura) e agroalimentari, tra cui alcolici (vino e bourbon).

Le misure entrerebbero in vigore se gli Stati Uniti mantenessero i dazi sui prodotti europei al termine dei negoziati in corso.

Contemporaneamente, Bruxelles ha annunciato un ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro l’offensiva commerciale statunitense, denunciando “una flagrante violazione delle regole”.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha però assicurato di essere “pienamente impegnata” nella ricerca di soluzioni negoziate con Washington.

“Riteniamo che sia possibile concludere accordi vantaggiosi per i consumatori e le aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico, ma dobbiamo prepararci a tutte le eventualità”, ha affermato in un comunicato.

Negli ultimi mesi l’Unione europea è stata colpita per tre volte dai dazi statunitensi: prima il 25 per cento sull’acciaio e l’alluminio, poi il 25 per cento sulle automobili e infine il 20 per cento su tutti gli altri prodotti.

Questi ultimi dazi aggiuntivi sono stati però sospesi fino a luglio per dare una possibilità ai negoziati, ma restano in vigore quelli del 10 per cento sulla maggior parte dei prodotti europei.

A metà marzo l’Unione europea aveva annunciato dei dazi fino al 25 per cento su alcuni prodotti statunitensi, per un valore di 26 miliardi di euro. In questo primo elenco figurano marchi storici come le moto Harley-Davidson e prodotti agricoli come la soia, ma anche frigoriferi e tosaerba.

Tuttavia, queste misure non sono ancora entrate in vigore.