A più di due anni dalla promulgazione di una riforma delle pensioni che aveva dato vita a un grande movimento di protesta, il 5 giugno l’assemblea nazionale ha approvato una risoluzione dal valore simbolico per chiederne l’abrogazione.
Il presidente del gruppo comunista Stéphane Peu ha pronunciato un discorso contestando l’aumento dell’età della pensione a 64 anni, adottato nel 2023 senza una votazione in aula, ricorrendo all’articolo 49 comma 3 della costituzione. “Quella è stata la più grande ferita inflitta alla democratica francese da almeno vent’anni”, ha affermato.
La risoluzione, approvata con 198 voti a favore e 35 contrari, non ha valore normativo, ma i suoi sostenitori sperano che possa riaccendere la contestazione in tutto il paese. Hanno votato a favore i deputati della sinistra, del Rassemblement national (Rn, estrema destra) e di una parte del gruppo centrista Liot.
La Francia è uno dei paesi europei con l’età pensionabile più bassa.
Gli oppositori della riforma delle pensioni la considerano “ingiusta”, soprattutto per le donne e per chi svolge lavori pesanti. Il governo giustifica invece il provvedimento con la necessità di tenere conto delle esigenze di bilancio e dell’invecchiamento della popolazione.
Peu ha esortato il governo a rispettare la risoluzione, abrogando la riforma o convocando un referendum. “Non smetteremo mai di batterci contro questa riforma ingiusta e ingiustificata”, ha dichiarato Mathilde Panot, la sua collega di La France insoumise (Lfi, sinistra radicale).
“I cambiamenti demografici e l’allungamento della vita condizionano le entrate e le uscite del nostro sistema pensionistico, che vi piaccia o no”, ha ribattuto la ministra del lavoro Astrid Panosyan-Bouvet.
Il compromesso di gennaio
La questione delle pensioni è tornata d’attualità a gennaio in occasione di un compromesso raggiunto tra il primo ministro François Bayrou e il gruppo socialista all’assemblea nazionale.
I deputati socialisti avevano accettato di non sfiduciare il governo in cambio di una serie di promesse, tra cui quella di riesaminare la riforma delle pensioni.
Ma Bayrou aveva poi riaffermato l’obiettivo di riportare in equilibrio le finanze pubbliche entro il 2030, chiudendo la porta a un ritorno dell’età pensionabile a 62 anni.