Robot e lavoro

Le macchine fanno molte cose al posto degli esseri umani. Spesso lo fanno meglio e in tempi rapidissimi. Il problema è che distruggono occupazione. Soprattutto ora che il loro raggio d’azione si sta estendendo ai lavori intellettuali.

Robot e lavoro
L’automazione sta trasformando il lavoro negli alberghi

Ci sono robot che sostituiscono i baristi, preparano insalate, danno consigli agli ospiti o consegnano il cibo in camera. I lavoratori hanno paura che in futuro saranno sostituiti dalle macchine. Leggi

Programmatori che programmano il loro licenziamento

Cosa succede quando un dipendente automatizza completamente il suo lavoro. Leggi

Se ci sentiamo sempre occupati è per via del lavoro ombra

L’automazione avrebbe dovuto eliminare i lavori noiosi. Ma in realtà ha fatto aumentare quelli che facciamo gratis. Leggi

Nessuno risponde più al telefono

Fino a poco tempo fa ignorare una telefonata era considerato un gesto da maleducati. Poi sono arrivate le emoji, la comunicazione asincrona e le telefonate robotizzate. Leggi

Rabbia massima contro salario minimo

Fin dall’inizio del novecento il salario minimo è stato un meccanismo di sicurezza fondamentale per i lavoratori. Una storia a fumetti. Leggi

I robot non potranno fare tutti i lavori al posto nostro

Se ci limitiamo a dire che l’automazione farà sparire posti di lavoro, ignoriamo del tutto il potenziale aumento di produttività. Leggi

Il mondo dei robot
Secondo lo studio della Bank of America Merrill Lynch Transforming world atlas, negli ultimi dieci anni è cresciuto del 72 per cento nel mondo il numero dei robot usati in ambito industriale. Questo, negli Stati Uniti, ha portato alla perdita del 16 per cento di posti di lavoro nello stesso settore. Il record nel numero di robot al lavoro spetta al Giappone (310.508), seguito dagli Stati Uniti (168.623).
I robot sono lo specchio dello sfruttamento delle donne

Perché così tanti robot hanno un aspetto femminile? È sempre più difficile sfuggire a questa domanda dato che sempre più intelligenze artificiali, che in teoria non avrebbero alcun bisogno di avere un genere, vengono lanciate sul mercato con voci e volti femminili. Leggi

Cinque domande che dovremmo farci sui robot

La prospettiva di vivere con i robot in un futuro prossimo potrebbe esaltarci. O terrorizzarci. Dovrebbe, in ogni caso, scatenare un acceso dibattito al livello globale. Per quanto mi riguarda, anche se sono più incuriosita che spaventata dai robot e sogno un’auto che si guidi da sola, continua a frullarmi in testa una serie di domande. Leggi

L’ultimo lavoro sulla Terra

Nel corto The last job on earth il Guardian immagina un futuro prossimo in cui il mondo sarà completamente automatizzato. Il video è prodotto in collaborazione con la sezione Sustainable business del Guardian. Leggi

Presto a casa parleremo con gli oggetti e loro ci risponderanno

Diverse aziende hanno annunciato che sarà più facile programmare software capaci di capire le parole delle persone e rispondere di conseguenza. Almeno tre grandi aziende, tra cui una famosa per la sua app di riconoscimento musicale, affermano di poter semplificare l’interazione con le app e i dispositivi intelligenti. Leggi

Una Robocoach per tenersi in forma

La città-stato di Singapore introdurrà dei personal trainer sotto forma di robot all’interno di alcuni centri per anziani per aiutarli a restare in forma. L’androide, dotato di braccia d’acciaio e di uno schermo al posto della faccia, sta già dirigendo delle sedute d’allenamento ed entro l’anno comincerà i suoi servizi. Leggi

I robot rubano posti di lavoro

Nei prossimi anni tra il 45 e il 60 per cento della forza lavoro europea rischia di essere sostituita da robot governati da sofisticati algoritmi. A rischiare di più sono i lavoratori con mansioni di routine. Leggi

Lettere di un robot

Due anni fa Antonio Brissa, un manager del settore informatico, ha pensato di far diventare i biglietti scritti a mano un’idea imprenditoriale. Così ha fondato la Pensaki (parola giapponese che indica il pennino della stilografica), un’azienda che “funziona come una specie di segretario privato digitale”, scrive Brand Eins.

La Pensaki produce cartoline e lettere “che sembrano scritte a mano con la penna e l’inchiostro, ma in realtà sono prodotte da una macchina”. L’azienda di Brissa ha collaborato con un produttore di robot per mettere a punto una macchina in grado di imitare qualunque grafia. “I clienti possono pagare un extra per fare imitare alla macchina la propria grafia, altrimenti scelgono uno dei modelli proposti dalla Pensaki”.

Chi si rivolge a quest’azienda è convinto che una lettera scritta a mano, sia pure da un robot, sia accettata più volentieri delle email o delle lettere battute al computer, soprattutto quando contiene brutte notizie. La banca danese Brfkredit ha scelto la Pensaki per la corrispondenza con i debitori in difficoltà, dopo aver constatato che il 90 per cento delle lettere indirizzate a loro non veniva aperto. Brand Eins

I robot fermano la crescita

“Il progresso tecnologico potrebbe essere bloccato dai pochi investimenti e dalla prevalenza di prospettive a breve termine nelle scelte economiche. Alla fine, un maggiore uso dei robot rischia solo di penalizzare l’occupazione”. Lo ha detto Andrew Haldane, il capo economista della Banca d’Inghilterra. Leggi

Aumentano i robot operai

Nei prossimi anni i robot sostituiranno sempre più spesso gli operai nelle fabbriche. Lo sostiene uno studio della società di consulenza Boston Consulting Group. “Nel 2014 le vendite di robot industriali sono aumentate del 23 per cento a livello globale e raddoppieranno entro il 2018”, spiega il Financial Times.

Negli ultimi quattro anni il loro prezzo è diminuito del 14 per cento. L’80 per cento degli acquisti di robot è concentrato in cinque paesi: Cina, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Germania. In settori altamente automatizzati come quello automobilistico i robot svolgono l’85 per cento delle mansioni.

Un robot dietro alla tastiera

Il 27 gennaio ha fatto il giro del mondo la notizia che nell’ultimo trimestre del 2014 la Apple ha registrato profitti da record. Il lancio dell’Ap, ripreso da centinaia di mezzi d’informazione, non era firmato o, meglio, non aveva la firma di un giornalista, perché era opera di un sistema automatico addestrato a seguire il quaderno di stile dell’agenzia di stampa statunitense.

L’Ap ha prodotto la piattaforma sei mesi fa, insieme all’azienda Automated Insights, e ora ogni tre mesi pubblica circa tremila storie generate in questo modo. Le notizie sui profitti trimestrali delle aziende sono fondamentali per le agenzie di stampa, ma sono un genere ripetitivo e su cui è necessaria molta accuratezza. Tutte caratteristiche facilmente riproducibili da un robot. Secondo i suoi sviluppatori, Wordsmith è in grado di produrre duemila notizie al secondo. The Verge

Torna la produzione, ma non il lavoro

Sono sempre più numerose le aziende statunitensi che rinunciano a spostare le loro produzioni in paesi dove il costo del lavoro è più basso, come la Cina o il Messico. Questa scelta, spiega il Financial Times, si deve alla netta riduzione dei costi – soprattutto di quello del lavoro – resa possibile dall’impiego di robot e altre innovazioni che hanno reso più efficienti i processi produttivi.

Il gigante minerario Alcoa, che negli anni passati ha spesso investito in Messico e in Asia, ha deciso di aprire a Savannah, in Georgia, “un impianto pionieristico per la lavorazione dei metalli. Scelte simili saranno prese anche da aziende come Whirlpool, General Electric e Ford”.

Il problema è che questo rientro della produzione negli Stati Uniti non genera molta occupazione. “Allora cosa si fa con tutti i lavoratori in esubero?”, si chiede il quotidiano britannico. Nel suo nuovo impianto l’Alcoa avrà bisogno di programmatori informatici più che di operai metallurgici. Gli ottimisti sostengono che la ripresa economica e la maggiore produttività finiranno per creare altri posti di lavoro. I pessimisti, invece, sono convinti che questa tendenza aggraverà il divario tra lavoratori qualificati e lavoratori non qualificati. Financial Times

Amazon impiega già 15.000 robot

Mentre, tra gli Stati Uniti e la Germania, i dipendenti di Amazon scioperano per ottenere migliori condizioni di lavoro, il colosso statunitense dell’ecommerce punta sempre più sui robot. Dopo una fase di test durata un anno, Amazon ha introdotto nei suoi magazzini il robot Kiva, una macchina capace di trasportare merci per un peso complessivo di 700 chili, il 50 per cento in più rispetto ai dipendenti.

“Attualmente”, spiega il quotidiano svizzero Le Temps, “i Kiva sono attivi in dieci dei quindici centri logistici dell’azienda negli Stati Uniti”. Queste macchine sostituiranno in futuro gli umani? Secondo Dave Clark, il vicepresidente di Amazon responsabile della logistica, “i robot hanno solo il compito di facilitare il lavoro dei dipendenti, ai quali resta il compito più difficile, quello di selezionare il prodotto giusto e assicurarsi che sia tutto a posto”. Le Temps, Bloomberg BusinessWeek

A Tokyo la Nestlé usa un commesso robot  in un negozio di elettrodomestici

Il 1 dicembre la Nestlé ha introdotto in un negozio di elettrodomestici di Tokyo un robot che ha il compito di vendere le macchinette del caffé prodotte dal colosso svizzero, scrive la Neue Zürcher Zeitung.

La macchina, che si chiama Pepper, è in grado di dare informazioni e chiarimenti sui diversi prodotti, interagendo con i clienti. Ma una portavoce della Nestlé ha precisato che non sostituisce i commessi.

Il gruppo dovrebbe lanciare una ventina di Pepper nel mese di dicembre e solo in Giappone. Ma per la fine dell’anno prossimo vuole avere robot in almeno mille negozi. Neue Zürcher Zeitung, Reuters

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