01 ottobre 2018 17:05

Il tasso di mortalità lungo la rotta del Mediterraneo centrale non è mai stato così alto: nel settembre del 2018 il 20 per cento di chi è partito dalla Libia risulta morto o disperso. Lo afferma un nuovo studio del ricercatore Matteo Villa, dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). Secondo Villa, solo il 10 per cento dei migranti partiti dalla Libia nell’ultimo mese è riuscito ad arrivare in Europa sano e salvo, mentre il 70 per cento di loro è stato intercettato dalle motovedette libiche e riportato indietro.

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Secondo il report, in termini assoluti almeno 867 migranti sono morti o risultano dispersi negli ultimi quattro mesi, da quando cioè il nuovo governo si è insediato a palazzo Chigi e ha messo in pratica la chiusura dei porti alle navi delle organizzazioni non governative e una politica definita dal ricercatore di “deterrenza totale”.

Se si prende in considerazione anche la rotta tunisina oltre a quella libica, i morti o i dispersi sono quasi mille: 8,1 al giorno. Più del doppio rispetto al periodo precedente (3,2 morti al giorno) e non lontano dai 12 morti al giorno registrati nei 12 mesi precedenti al calo degli sbarchi cominciato nel luglio del 2017, quando dalla Libia partivano quasi 17mila migranti al mese anziché i poco più di tremila al mese degli ultimi quattro mesi. Il tasso di mortalità negli ultimi quattro mesi è stato del 6,8 per cento, più del triplo rispetto al tasso medio registrato nel periodo 2014-2017 (2,1 per cento).

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