25 giugno 2019 14:31

Per riportare indietro le lancette del cambiamento climatico potremmo affidarci alle tecnologie a emissioni negative, in grado di sottrarre anidride carbonica all’atmosfera e intrappolarla sulla terraferma, in mare o sotto i fondali, scrive Nature. Si tratta di tecnologie di geoingegneria che devono ancora essere sviluppate, ma che sono state prese in considerazione dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc). Secondo le stime, per limitare il riscaldamento del pianeta a 1,5 gradi bisognerebbe incamerare fino a venti miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni anno fino al 2100.

Un’ipotesi è spargere ferro sul mare per stimolare la crescita del fitoplancton, che assorbe anidride carbonica. Il fitoplancton precipiterebbe poi sui fondali, dove il carbonio resterebbe intrappolato. Un’altra possibilità è spruzzare acqua marina in aria per contribuire alla formazione delle nuvole, che riflettono la luce solare. Oppure si potrebbero sviluppare schiume da spargere sulla superficie del mare per riflettere la luce, o pompare acqua dalle profondità oceaniche per raffreddare gli strati superiori. Infine, si potrebbe sviluppare una polvere simile al gesso in grado di assorbire l’anidride carbonica.

Anche se si parla da anni di queste soluzioni possibili, gli studi in materia sono ancora limitati per la mancanza di fondi e per lo scarso supporto di molti ricercatori, preoccupati dalle conseguenze negative imprevedibili di interventi di questo tipo.

Questo articolo è uscito sul numero 1312 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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