16 novembre 2017 17:30

Da anni si parla di una presunta bolla dei supereroi sempre sul punto di esplodere. Probabilmente non succederà mai, anche se è vero che di supereroi sugli schermi (grandi e piccoli) ce ne sono sempre di più. Forse il problema non sono i supereroi in sé, ma le formule con cui ci vengono proposti e riproposti. Mescolare e rimescolare le carte (grazie soprattutto all’incredibile lavoro degli scrittori, i veri eroi di questi film) paga, almeno in termini di botteghino. Wonder Woman, I guardiani della galassia, Spider-man. Homecoming ma anche Thor. Ragnarok e Logan sono andati benone e sono tutti in qualche modo nuove declinazioni della formula classica.

Forse qualcosa comincia a incrinarsi. Un nuovo film di supereroi non è esattamente una notizia da prima pagina. Come spiega Le Monde, però, l’inflazione di una serie non è un problema per le major, Disney in testa. Proprio la Disney ha annunciato una nuova trilogia di Star Wars, la quarta, e una serie tv (live action, cioè non a cartoni animati), per il lancio del suo servizio di streaming che vuole competere con Netflix. I suoi direttori non temono l’inflazione. Se il pubblico si abitua o si stufa è un problema che nel caso verrà affrontato. La cosa più urgente è rassicurare gli investitori. E l’idea che la saga di Star Wars, a questo ritmo, è destinata a durare fino al 2025 è estremamente rassicurante. Anche lì, prima o poi, bisognerà variare e contaminare. Quindi aspettiamoci una sitcom sulla celebre taverna o uno spin off sui cloni di Jango Feet che fanno parte della stessa confraternita al college.

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Ma mi sto dilungando. Era per dire che esce Justice League del regista della casa Zack Snyder a cui è stato affiancato Joss Whedon, che ha fatto il salto dall’universo Marvel a quello Dc comics. Come si era capito in Batman v. Superman, Bruce Wayne, sempre interpretato da Ben Affleck, insieme alla principessa del box office estivo, cioè Wonder Woman, sempre interpretata da Gal Gadot, mettono insieme una squadra di metaumani per salvare il mondo. Tra loro Flash (Ezra Miller), Aquaman (Jason Momoa) e Cyborg (Ray Fisher). Tornano nei loro ruoli anche Henry Cavill (Superman), Amy Adams (Lois Lane), Jesse Eisenberg (Lex Luthor) e Jeremy Irons (Alfred).

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Film gradevole, The big sick, commedia di Michael Showalter con Kumail Nanjiani e Zoe Kazan. Il protagonista è Kumail, un comico di origini pachistane che preferisce esibirsi in un locale di Chicago invece che seguire i precetti del corano e sposare una delle tante ragazze pachistane che la madre gli fa “casualmente” incontrare. Kumail conosce invece Emily (Zoe Kazan, nipote del regista Elia), una ragazza del Wisconsin, e tra loro scatta la scintilla. Kumail non rivela alla famiglia tradizionalista la sua relazione con l’americana Emily e quando lei lo viene a sapere decide di rompere con lui. Poi arriva il “male” che dà il titolo al film e che fa scoprire profondi valori al simpatico Kumail. Il nume tutelare dell’operazione è Judd Apatow (produttore) e il film ha quell’understatement tipico delle sue commedie. Mai troppo irriverente, mai troppo sdolcinato, mai troppo cinico, mai troppo divertente. Comunque piacevole, soprattutto nella parte in cui Kumail è costretto a passare un po’ di tempo con i genitori di Emily, interpretati da Ray Romano e Holly Hunter, che fanno davvero una bella coppia. Il film è ispirato alla vera storia di Kumail Nanjiani e di sua moglie Emily V. Gordon.

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Ho letto delle recensioni davvero pesanti su Ogni tuo respiro, debutto alla regia di Andy Serkis (l’uomo che dietro la maschera computerizzata ha dato vita a Gollum, al misterioso Snoke di Star Wars e soprattutto a Cesar, lo scimpanzé dell’Alba del pianeta delle scimmie e dei sequel del film), ispirato alla vera storia di Robin Cavendish. Cavendish (Andrew Garfield), è un mercante di successo che alla fine degli anni cinquanta, poco dopo essersi sposato con Diana (Claire Foy) è colpito dalla polio. Paralizzato dal collo in giù e costretto a usare un respiratore artificiale, è dato per spacciato dai medici. Ma con l’aiuto della moglie, Robin trova la forza di reagire, e grazie all’amico inventore Teddy Hall, che disegna per lui una sedia a rotelle dotata di respiratore, comincia a viaggiare per il mondo diventando un punto di riferimento per milioni di disabili. Le recensioni pesanti a cui accennavo parlano di un film realizzato in modo piatto e melenso in cui non c’è praticamente niente di memorabile. Insomma edificante, ma non per tutti.

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Nella filmografia della regista neozelandese Niki Caro troviamo, tra gli altri, La ragazza delle balene, favola maori su una bambina destinata a diventare una capo tribù (vi ricorda qualcosa?), North Country, film con Charlize Theron ispirato alla storia vera di una minatrice che vinse una celebre causa contro l’azienda mineraria che l’aveva assunta, e McFarland Usa, la vicenda di una squadra di corsa campestre formata interamente da ragazzi di origine messicana, ambientato in una cittadina californiana in mezzo al nulla.

In La signora dello zoo di Varsavia, Jessica Chastain è Antonina, la compassionevole moglie del direttore del giardino zoologico della capitale polacca, quando il terzo reich lancia la sua offensiva sulla Polonia. Nel cast anche Daniel Bruhl, specializzato in ruoli in cui non è chiaro se è buono o cattivo. In questo film interpreta il dottor Lutz Heck, direttore dello zoo di Berlino, zoologo di riferimento del Reich. Il destino degli animali dello zoo nelle mani di uno scienziato del terzo reich può sembrare un argomento interessante per un film sull’invasione della Polonia. Ma ovviamente c’è molto altro, perché Antonina e il marito hanno contribuito a salvare centinaia di ebrei dai campi di sterminio.

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The broken key di Louis Nero potrebbe essere un film da non perdere. Bisogna giusto capire se è serio o se si tratta di una parodia, perché dal trailer non si capisce fino in fondo.

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