08 marzo 2018 17:35

Ricomincio da noi è una commedia sulle persone anziane, sostanzialmente ottimista con un cast di meravigliosi attori britannici. Il regista è Richard Loncraine di cui ricordiamo il Riccardo III con Ian McKellen e Wimbledon con Paul Bettany. Sandra (Imelda Staunton) scopre che il marito, funzionario di polizia fresco di pensione, la tradisce con una donna più giovane. Riallaccia così i rapporti con l’anticonformista sorella Bif (Celia Imrie) e conosce il gentile Charlie (Timothy Spall), riscoprendo lati di se stessa che aveva dimenticato (come la passione per la danza).

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Forse per un problema anagrafico, non riesco (ancora per poco) a giudicare se film di questo genere, con persone anziane che affrontano le ultime sfide che la vita pone, siano consolanti o semplicemente deprimenti. Invecchiare non è una bella cosa, e la filosofia può tornare utile. Ma più che la sequela di massime da biscotto della fortuna che si possono mungere dalla sceneggiatura, la cosa più rinfrancante è l’energia esplosiva di Imelda Staunton. È lei che ci fa ben sperare per il nostro futuro. Il film è ben confezionato (con tanto di scorci romani e una passeggiata per il rione Trevi sulle note di Tintarella di luna), ma non particolarmente originale.

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A proposito di originalità, arriva il remake di Il giustiziere della notte. Il film del 1974 (diretto da Michael Winner e prodotto da Dino De Laurentiis) è entrato nell’immaginario collettivo, ma non era certo un capolavoro. Ricordo solo l’inizio di un’estrema violenza (anche un po’ gratuita) che serviva a giustificare agli occhi del pubblico la sete di vendetta di Charles Bronson. Nel bene e nel male quel film ha generato quattro sequel e un’infinita serie di variazioni (alcune surreali) che ne riprendevano l’idea principale cioè di un cittadino qualunque che decide di farsi giustizia da sé.

Eli Roth (uno degli Inglorious basterds) ha rimpiazzato Charles Bronson con Bruce Willis. Il regista di Hostel sa che ormai siamo abituati a un certo tipo di violenza sullo schermo, e conta sul fatto che Bruce Willis possa farci prendere gusto all’idea della vendetta privata. Molti critici statunitensi hanno trovato oltraggioso il tempismo di uscita del film, il 2 marzo, a poco più di due settimane dalla strage di Parkland, in Florida, avvenuta il 14 febbraio. Justin Chang sul Los Angeles Times invece scrive: “Criticare Il giustiziere della notte per il tempismo della sua uscita potrebbe far pensare che possa esserci un momento giusto per vederlo. Meglio spendere altrove il vostro tempo, per non parlare della vostra indignazione”.

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Nome di donna, di Marco Tullio Giordana, racconta la storia di Nina (Cristiana Capotondi) che da Milano si trasferisce in un paesino lombardo dove ha trovato lavoro come inserviente in una casa di riposo di lusso. L’ambiente ovattato è molto meno rassicurante di quello che sembra. Come s’intuisce dall’anatomia di una scena, realizzata per noi dal regista milanese, dietro la facciata rispettabile si cela una brutta storia di molestie sessuali. Il film è di attualità, ma la storia è molto antica. Nel cast anche Adriana Asti e Valerio Binasco.

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