17 giugno 2017 12:00

Hayati, Karim El Maktafi
Factory Pelanda, Macro, Roma
Fino al 1 luglio 2017
Karim El Maktafi è un fotografo italomarocchino. È nato a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, e in questo lavoro racconta la sua storia di immigrato di seconda generazione. Il titolo della mostra, Hayati, in arabo significa “la mia vita”. Il lavoro, realizzato insieme a Fabrica, il centro di ricerca di Treviso, è una riflessione sulla propria identità attraverso il racconto della sua famiglia e dei suoi amici. Per realizzarlo, El Maktafi ha scelto la macchina fotografica del suo telefono. La mostra fa parte del programma del festival di fotografia Fotoleggendo di Roma.

I am, Fabrizio Giraldi
Galleria Roam, Roma
Fino al 1 luglio 2017
Nel 2014 l’agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali ha condotto uno studio per capire in quali paesi europei i transgender sono più discriminati. Uno di questi è l’Italia, dove il percorso di transizione è ancora lungo e faticoso. A partire dalla ricerca dell’agenzia europea, il fotografo Fabrizio Giraldi ha realizzato il progetto “I am”, che raccoglie i ritratti e le storie di chi ha deciso di compiere questo passo. Giraldi ha composto dei dittici usando ritratti fatti oggi e foto più vecchie, scelte dai soggetti per mostrare la loro precedente identità. La mostra fa parte del programma del festival di fotografia Fotoleggendo di Roma.

Il fotogiornalismo che ha fatto la storia
Museo del Violino, Cremona
Fino al 2 luglio 2017
“Vedere la vita; vedere il mondo; essere testimoni oculari di grandi eventi; osservare il volto dei poveri e i gesti dei superbi; vedere e gioire nel vedere; vedere ed essere sorpresi; vedere e apprendere”. Questa frase è tratta dal Manifesto della rivista statunitense Life uscito sul numero del 23 novembre del 1936. La mostra a Cremona racconta il rapporto tra Life e i fotografi dell’agenzia Magnum, fondata a Parigi nel 1947 da sette fotografi, tra cui Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e David Seymour. Tra gli altri fotografi in mostra ci sono Eve Arnold, Werner Bischof, Bruno Barbey, Cornell Capa e Bruce Davidson.

Wall of sound 10, Guido Harari
Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (Cuneo)
Fino al 2 settembre 2017
“Quello che riesce a catturare Harari nei suoi ritratti è qualcosa che spesso è ignorato dagli altri fotografi. Le sue foto potrebbero essere fatte da un amico, non da una persona che non conosci”, afferma Lou Reed. Harari nell’arco di più quarant’anni di carriera è stato il fotografo personale di Reed, ma anche, tra gli altri, di Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela e Kate Bush. E le sue foto sono famose soprattutto per le pose e le situazioni spesso ironiche, e sicuramente originali, in cui è riuscito a mostrare gli artisti della scena musicale internazionale.
A Monforte d’Alba sono esposte cinquanta foto che Harari ha scattato tra il 1976 e il 2013. Il titolo della mostra è anche il nome della galleria fondata da Hahari nel 2011.

La forza delle immagini
Fondazione Mast di Bologna
Fino al 24 settembre 2017
L’industria e il mondo del lavoro sono i protagonisti della mostra. Fabbriche, ciminiere, catene di montaggio e discariche, sono ritratte in più di cento immagini provenienti dalla collezione di fotografia industriale del museo. Berenice Abbott, Richard Avedon, Margaret Bourke-White e Jim Goldberg sono tra i sessantasette fotografi esposti che dagli anni venti a oggi hanno esplorato i ritmi, gli ambienti, la tecnologia e poi lo sfruttamento, l’evoluzione dei sistemi di produzione e la povertà in vari paesi.

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