07 marzo 2014 11:37

Il 24 febbraio il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha firmato una legge che prevede condanne molto dure per gli omosessuali, con pene che arrivano fino all’ergastolo.

La fotografa Daniella Zalcman ha visitato l’Uganda e la comunità lgbt del paese che vive sotto minaccia e ai margini della legalità, appena prima che la legge fosse approvata in maniera definitiva.

La comunità già viveva in condizioni difficili, ma dopo l’approvazione della legge ha dovuto prendere misure radicali per difendersi.

Un gruppo di attivisti ha dato fuoco a tutto il materiale di promozione dei diritti degli omosessuali, come poster e volantini.

Molti hanno cancellato i loro account su Twitter, Instagram e Facebook. Molti, infine, hanno deciso di lasciare il paese. Alcuni si sono rifugiati in Kenya, dove ci sono leggi antigay, ma la polizia è meno aggressiva con gli omosessuali. Altri sono andati in Burundi, Ruanda e Sudafrica. Quelli che sono rimasti, invece, vivono in clandestinità.

Per una condanna per omosessualità si rischiano fino a 14 anni di prigione, per una recidiva che viene definita “omosessualità aggravata” si rischiano condanne fino all’ergastolo.

Molti governi occidentali hanno minacciato di sospendere gli aiuti all’Uganda se la legge non sarà riformata.

Il reportage è stato realizzato grazie al contributo del Pulitzer center on crisis reporting. Le foto sono state scattate nel gennaio 2014 a Kampala.

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