01 dicembre 2014 14:23

Out of sight è un reportage del fotografo milanese Nanni Fontana dedicato all’evoluzione dell’aids in cinque paesi tra i più colpiti dal virus da quando è stato scoperto il primo caso negli Stati Uniti, nel 1981. In 33 anni, più di 75 milioni di persone si sono ammalate e più di 36 milioni sono morte per cause legate all’aids.

Le immagini, in mostra a Milano fino al 7 dicembre, sono state scattate tra il 2011 e il 2013 in Thailandia, Mozambico, Brasile, Ucraina e Stati Uniti.

In Thailandia tra il 1997 e il 2009 il numero di persone colpite dal virus è diminuito del 45 per cento, mentre negli ultimi dieci anni il numero di nuove infezioni annuali è sceso di oltre il 25 per cento. Le persone malate di aids continuano a subire discriminazioni come l’esclusione dal nucleo familiare, la perdita del lavoro e il rifiuto di assistenza medica.

In Mozambico le donne sono la metà delle persone affette dal virus. Delle 400 nuove infezioni giornaliere, 85 sono casi di trasmissione verticale da madre a figlio.

In Brasile la proporzione di adulti sieropositivi è rimasta al di sotto dell’1 per cento da più di dieci anni, ma il suo impatto sulla popolazione eterosessuale è cresciuto soprattutto tra le donne. Attualmente il Brasile è il più grande produttore pubblico di medicine antiretrovirali.

In Ucraina la diffusione dell’epidemia si è spostata prevalentemente dai tossicodipendenti di sesso maschile ai loro partner. Le donne sono il 45 per cento delle persone sieropositive.

Negli Stati Uniti il 27 per cento delle persone affette dall’hiv ha più di 50 anni. A New York, la città più colpita dall’epidemia, il 30 per cento dei quasi centomila sieropositivi ha superato la mezza età, mentre circa il 70 per cento ha più di 40 anni.

Si stima che in tutto il mondo le persone affette da hiv siano 35 milioni - la maggior parte vive nei paesi dell’Africa subsahariana - e che nel solo 2012 ci siano state 2,3 milioni di nuove infezioni, di cui quattromila in Italia.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it