03 dicembre 2015 17:22

Nel 1966 il fotografo tedesco Thomas Hoepker riceve l’incarico dalla rivista Stern di realizzare un servizio sul campione di pugilato Cassius Clay, che da poco ha cambiato il suo nome in Muhammad Ali.

Il risultato è una serie di scatti intimi e spontanei in cui il fotografo racconta l’ascesa di Ali sullo sfondo di un paese, gli Stati Uniti, orfano di John Fitzgerald Kennedy e travolto dalle tensioni razziali e dalla lotta per i diritti civili guidata da Martin Luther King.

Hoepker conosce già gli Stati Uniti. Nel 1963, sempre su richiesta di Stern, aveva scoperto il paese da est a ovest, e si era lasciato presto alle spalle la fascinazione per le architetture delle grandi metropoli per mostrare invece una società più complessa, commovente e bizzarra. Da questo primo viaggio era nato Heartland, uno dei primi esempi di fotogiornalismo interpretato in maniera personale.

La galleria Bildhalle di Zurigo ripercorre la carriera di Hoepker (fino al 14 gennaio 2016) con un’attenzione particolare all’incontro con Muhammad Ali, che gli ha permesso di raccontarlo non solo come atleta ma come un essere umano complesso, in un momento particolarmente interessante della sua vita, quello della conversione all’islam.

Thomas Hoepker (Monaco, 1936) studia storia dell’arte e archeologia ma già dall’adolescenza è appassionato di fotografia. Negli anni sessanta diventa un fotoreporter per le riviste tedesche Münchner Illustrierte e Kristall. Dal 1964 collabora con Stern, e l’agenzia Magnum comincia a distribuire le sue foto; nel 1989 ne diventa un membro a tutti gli effetti. Nel 2001 ha documentato anche gli attacchi alle torri gemelle, scattando una delle foto più controverse dell’attentato. Oggi vive a New York dove produce documentari per la televisione con la moglie Christine Kruchen.

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