31 marzo 2016 17:23

Nel 2015 in tutta Europa le richieste d’asilo sono state un milione e 300mila, solo undicimila quelle arrivate alla Spagna. Nello stesso anno, gli sbarchi totali sul territorio europeo erano stati più di un milione, ma in territorio spagnolo erano stati meno di quattromila.

Questi numeri, secondo il sito che raccoglie dati sui migranti Open migration, si spiegano con la militarizzazione delle frontiere e del mare attuata da Madrid e con il fatto che Ceuta e Melilla – le due enclave spagnole in territorio marocchino – “sono ormai due fortezze di fatto inespugnabili”.

“Circondate da tre reti alte una decina di metri, da fossati e da guardie di frontiera, sono diventate l’emblema della chiusura. Molte associazioni che si occupano di diritti umani denunciano la violazione dei diritti dei migranti intercettati e respinti direttamente sul suolo marocchino al di fuori di qualsiasi tutela legale”, scrive Open migration. A Melilla nel 2014 erano arrivati 2.682 migranti provenienti dall’Africa subsahariana e 3.566 tra siriani e algerini. Alla fine del maggio 2015, i migranti africani riusciti a passare le barriere erano solo 252, il numero dei siriani e degli algerini aveva già raggiunto quello della fine del 2014: 3.525.

Con il prolungarsi della guerra in Siria, e dopo la chiusura della rotta balcanica, cresce infatti il numero dei siriani che cercano di raggiungere l’Europa attraverso le due enclave spagnole. Il centro di permanenza temporanea per migranti (Ceti), costruito a Melilla per accogliere 500 richiedenti asilo, è arrivato a ospitare 1.700 persone, per l’80 per cento siriane.

Se la richiesta d’asilo viene respinta, i migranti possono rimanere ancora un po’ di tempo nel Ceti, ma i cittadini marocchini ne sono immediatamente espulsi. Per questo, da febbraio, un gruppo di 14 di loro ha messo in atto una protesta nella speranza di una revisione della domanda d’asilo, e si è accampato alle porte del centro.

Tra loro c’è Ouafae, una giovane marocchina fuggita da Rabat con la sua famiglia. E Mohamed, un siriano che ha conosciuto Ouafae, se n’è innamorato e, quando è riuscito a partire per l’Europa, ha aspettato il suo arrivo in Spagna. Quando ha saputo che, invece, la richiesta della famiglia marocchina era stata respinta, è tornato a Melilla e ora aspetta insieme a Ouafae di riuscire ad attraversare la frontiera europea.

La fotografa Maria Contreras Coll ha visitato Melilla nel marzo del 2016 e ha documentato la loro storia e quella di altri migranti.

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