17 giugno 2016 18:03

Con cinquanta immagini realizzate da Terry O’Neill e Michael Putland, la galleria bolognese Ono arte contemporanea ripercorre l’inizio della carriera dei Rolling Stones negli anni sessanta fino alla consacrazione come rockstar nel decennio successivo.

“Ovunque guardassi a Londra, succedeva qualcosa”. In questa semplice frase il fotografo Terry O’Neill (1938) racchiude lo spirito della swinging London. Dagli inizi come batterista jazz, il suo sogno da ragazzo è di suonare con una grande band negli Stati Uniti. Ma O’Neill ha bisogno di un lavoro per sopravvivere e comincia a fare il fotografo per la British Airways. Presto sceglie di dedicarsi al reportage, e di unire a questo la sua passione per la musica. La prima immagine dei Beatles che registrano negli studi di Abbey Road è proprio la sua.

Ma a Londra, un’altra band stava cominciando a emergere, i Rolling Stones. Negli anni sessanta il quintetto ricalca molto l’immagine da bravi ragazzi dei colleghi di Liverpool. Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Brian Jones e Bill Wyman vengono fotografati da O’Neill in un periodo in cui sono alla ricerca di uno stile estetico personale e originale. Per quanto riguarda la musica, gli Stones sono già diversi dai Beatles, con il loro rock’n’roll più graffiante e legato al blues.

Negli anni settanta il gruppo si allontana definitivamente dai Beatles, diventando più sicuro del suo status di rockstar. Michael Putland (1947) è il fotografo ufficiale dei Rolling Stones in questa fase, in cui la performance live diventa il mezzo ideale per costruire il loro mito. A differenza dei Beatles che smettono di fare concerti nel 1966, i Rolling Stones basano la loro forza, ancora oggi, nell’energia che trasmettono dal vivo. Sul palco, nei camerini del backstage, in studio e alle feste: Putland è sempre lì con loro.

Le immagini di O’Neill e Putland saranno esposte nella mostra The Rolling Stones. It’s only rock and roll (but I like it) fino al 23 luglio 2016.

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