13 marzo 2017 13:42

Mercoledì 15 marzo i cittadini olandesi sono chiamati alle urne per rinnovare il parlamento. Un’elezione importante, anche perché sotto l’osservazione da tutto il mondo per l’affermazione o meno dei partiti di estrema destra nei Paesi Bassi.

Secondo gli ultimi sondaggi, i 150 seggi della camera bassa potrebbero essere distribuiti principalmente tra il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) del primo ministro uscente Mark Rutte (24 seggi), seguito dal Partito della libertà (Pvv) del populista Geert Wilders (22), da Appello cristiano democratico (22) e da GroenLinks avec (20).

I temi più discussi nella campagna elettorale sono stati l’immigrazione, la sicurezza interna, la criminalità e l’appartenenza del paese all’Unione europea. Wilders, a lungo in testa nei sondaggi e ora in leggero calo, superato dai popolari, è un sostenitore delle politiche anti immigrazione e anti islamiche del presidente statunitense Donald Trump: il suo manifesto è deislamizzare i Paesi Bassi.

Il messaggio di Wilders ha ripreso vigore dopo la crisi diplomatica con la Turchia in seguito alla decisione dell’Aja di impedire la visita del ministro degli esteri turco nei Paesi Bassi. Wilders ha approfittato immediatamente della situazione, prendendo la Turchia come esempio di un paese musulmano pericoloso, instabile e mosso da un profondo odio per l’Europa.

Le elezioni nei Paesi Bassi sono le prime di tre elezioni cruciali per l’Europa. Tra poco infatti toccherà alla Francia (23 aprile) e alla Germania (7 maggio).

Le foto sono state scattate da Emilio Morenatti all’Aja, nel marzo del 2017.

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