21 novembre 2017 17:23

André Kertész è stato uno dei pionieri della fotografia del ventesimo secolo. È conosciuto soprattutto per la sua abilità creativa, le composizioni originali e le prospettive uniche sulla realtà che fotografava. Il fotografo francese Henri Cartier-Bresson lo considerava uno dei suoi maestri.

Una grande mostra al museo Foam di Amsterdam ospita quasi duecento immagini: dai primi lavori realizzati da Kertész in Ungheria (1912-1925), il suo paese d’origine, a quelle scattate a Parigi (1925-1936), dove ha vissuto per quasi cinquant’anni. Fino a quelle risalenti al periodo trascorso a New York (1936-1985), che corrisponde alla fase in cui ebbe il maggior riconoscimento per le sue opere. Kertész osservava le città, i bar e i parchi, o semplicemente quello che succedeva fuori della finestra del suo appartamento. E poi ritraeva i suoi amici artisti, le vetrine dei negozi, i manifesti le ombre, i bambini: semplici oggetti e persone, ma attraverso punti di vista insoliti.

Nel 1984, un anno prima della sua morte, Kertész lasciò il suo archivio – che comprende centomila negativi e migliaia di lettere e documenti personali – al ministero francese della cultura. La mostra ad Amsterdam, intitolata Mirroring life, presenta duecento foto tratte da questo archivio, di cui molte in bianco e nero, ma anche alcune serie a colori.

La mostra, organizzata in collaborazione con il museo Jeu de Paume di Parigi e il ministero francese della cultura, durerà fino al 10 gennaio 2018.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it