29 gennaio 2018 18:03

Carlo Mollino (1905-1973) ha vissuto dedicandosi alle sue ossessioni. Oltre che architetto e designer, è stato pilota di aeroplani e di auto da corsa, scrittore e fotografo. Sin da giovane riservò alla fotografia un posto privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come strumento di documentazione e archiviazione del suo lavoro.

Negli ultimi anni della sua vita, verso il 1963, cominciò a usare una macchina Polaroid con cui ritraeva le sue modelle, spesso nude. In ogni immagine c’era una sua fantasia, di cui concepiva ogni dettaglio: dalla posizione della modella al set.

La mostra L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973 – allestita negli spazi di Camera, a Torino – attraversa l’intera produzione fotografica di Mollino, in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino.

Curata da Francesco Zanot, è suddivisa in quattro sezioni. In Mille case sono raccolte le immagini sul tema dell’abitare: oltre alle immagini degli edifici, compaiono gli still life di oggetti domestici, i ritratti ambientati negli interni che lui stesso progettava e gli appunti che prendeva in viaggio. La seconda sezione, Fantasie di un quotidiano impossibile, è dedicata alle ispirazioni surrealiste presenti nelle foto di Mollino; Mistica dell’acrobazia è dedicata al tema della velocità, del volo e del movimento. L’ultima sezione, che comprende 180 foto, è dedicata al tema del corpo e della posa, con ritratti femminili e di sciatori.

La mostra a Torino durerà fino al 13 maggio 2018.

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