27 agosto 2019 16:39

Dal 31 agosto al 15 settembre torna a Perpignan, nel sud della Francia, il festival di fotogiornalismo Visa pour l’image. Per la 31ª edizione in programma c’è una selezione delle migliori storie d’attualità raccontate dai fotografi di tutto il mondo.

Una è quella di Cyril Abad sulle comunità degli evangelici negli Stati Uniti e i modi, spesso originali, di praticare la loro religione. Poi c’è il lavoro di Kasia Strek sull’aborto, una pratica ancora illegale, o che si può effettuare solo in pochissime circostanze, in 123 paesi. Mentre Lynsey Addario denuncia l’alto tasso di mortalità legata al parto non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli più industrializzati, tra cui gli Stati Uniti.

Valerio Bispuri per quattro anni ha fotografato dieci prigioni italiane per raccontare la vita dei detenuti. Una riflessione su come il carcere sia spesso lo specchio della crisi della società. Il progetto di Louie Palu, realizzato tra il 2015 e il 2018, esplora invece le difficoltà delle comunità degli inuit alle prese con la graduale militarizzazione dell’Artico, a nord del Canada, in un momento in cui il territorio sta affrontando sfide come il riscaldamento globale e la crescita del traffico marittimo internazionale.

Lorenzo Tugnoli ha seguito quella che l’Onu ha definito la peggiore catastrofe umanitaria al mondo: la guerra nello Yemen. Ha raccontato gli yemeniti costretti a vivere in zone di conflitto e colpiti da una grave carestia.

Tra gli altri, ci sono anche il giovane fotografo siriano Abdulmonam Eassa, vincitore del premio Visa d’or per il suo lavoro nella Ghouta orientale; mentre Ed Jones dal 2012 lavora tra la Corea del nord e la Corea del sud, dove oggi vive.
Oltre alle mostre, nella prima settimana del festival ci sono proiezioni fotografiche, incontri con professionisti del settore e letture portfolio.

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