La depravazione ha mai avuto un volto dolce come quello di Sarah Paulson? Nel thriller un po’ artificioso di Aneesh Chaganty, Paulson (Ratched) interpreta Diane, crocerossina forzata che accudisce un’unica paziente: la figlia adolescente Chloe (l’ottima Kiera Allen, al debutto, che come il suo personaggio è costretta sulla sedia a rotelle). Bimba prematura a malapena sopravvissuta al parto e con una lunga lista di malattie croniche che vanno dall’asma al diabete, Chloe è riuscita a diventare comunque un’adolescente che sembra abbastanza felice e sana di mente. A 17 anni, Chloe ha una routine consolidata: lezioni scolastiche condotte da casa, chiacchiere con la madre durante i pasti, ogni tanto un film in città. Ma come mai Diane si chiude in cantina a bere vino e vedere vecchi classici con un inquietante sorriso sulle labbra? Perché tiene sotto chiave l’unico computer con la connessione a internet? E come mai Chloe non riceve risposte dai college a cui ha fatto domanda? Un banale incidente con un nuovo farmaco comincia a far nascere dei sospetti in Chloe. Il film di Chaganty si attiene fedelmente a un modello piuttosto logoro, lasciando alle attrici il compito di portare avanti una storia poco più che tratteggiata. La naturalezza della giovane Allen crea un contrasto piacevole con la tendenza al dramma di Paulson. Sono loro due a evitare il disastro quando il film comincia inevitabilmente a mostrare tutte le sue forzature. Leah Greenblatt, Entertainment Weekly
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Questo articolo è uscito sul numero 1413 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati