◆ Il 15 gennaio il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, al largo dell’arcipelago di Tonga, ha prodotto un’eruzione esplosiva che è stata percepita perfino in Alaska. Un enorme pennacchio di cenere e gas ha raggiunto la stratosfera, a circa 30mila metri d’altitudine. Due giorni dopo aerei neozelandesi e australiani hanno fatto dei voli di ricognizione sopra l’arcipelago per valutare i danni causati dall’eruzione e dal successivo tsunami. Secondo le prime informazioni, i danni materiali sono “consistenti” e molte case sono state distrutte. Inoltre, gli abitanti potrebbero restare isolati per settimane a causa della rottura di un cavo sottomarino per le comunicazioni. Al momento sulle isole sono state segnalate tre vittime, mentre due donne sono morte annegate quando lo tsunami ha raggiunto una spiaggia in Perù, a più di diecimila chilometri di distanza.

Il vulcano si trova 65 chilometri a nord dell’isola Tongatapu, la principale dell’arcipelago, che ospita la capitale Nuku’alofa. Alto 1.800 metri, ha un diametro di venti chilometri. Poggia sul fondale oceanico ma il cratere principale affiora in superficie, formando un’isola disabitata, che è scomparsa quasi del tutto dopo l’eruzione. Il vulcano si trova nella cintura di fuoco del Pacifico, una fascia caratterizzata da frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche, che si estende per 40mila chilometri da un lato all’altro dell’oceano.

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati