Sono passati quattro anni dall’uscita dell’album DAY­TONA, una meraviglia di sette brani costruita su pura abilità tecnica, velenoso rancore e un fenomenale Kanye West alla produzione. Poi Pusha T ha cominciato un dissing con Drake nel brano The story of Adidon, dando il via a una faida tra i due. Dopo la pandemia, il rapper è cambiato: si è sposato e ha fatto un figlio, concentrandosi sulla paternità. It’s almost dry è il disco di un neo papà paranoico e della quarantena da covid-19. “Non andavo da nessuna parte”, ha dichiarato in una recente intervista il musicista di New York. In vent’anni la scrittura di Pusha T si è affinata. Le infinite parole che usa per descrivere la cocaina dimostrano una notevole padronanza della lingua inglese. Ma il contenuto dei brani non riflette la sua crescita personale. A 44 anni, le barre sullo spaccio suonano un po’ scontate. Kanye West c’è anche stavolta e rende speciali brani come Dreamin of the past e il singolo Diet coke. It’s almost dry è un buon disco con un’ottima produzione e le performance di uno dei migliori rapper in circolazione. Ma non ha il mordente degli album del passato.
Anthony Malone,
HipHop DX

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Questo articolo è uscito sul numero 1458 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati