◆ Solo metà degli abitanti dell’Etiopia ha accesso alla rete elettrica (contro il 100 per cento degli abitanti dell’Egitto). Per risolvere il problema, nel 2011 Addis Abeba ha avviato la costruzione di una diga sul Nilo Azzurro. A lavori completati, nel 2023, diventerà il più grande impianto idroelettrico del continente africano. Con tre sfioratori e tredici turbine, la diga Grand ethiopian renaissance (Gerd) sarà alta 145 metri e creerà un bacino idrico che occuperà 1.874 chilometri quadrati di terreno. L’immagine in alto mostra il punto in cui sorge la struttura, che secondo le stime permetterà di raddoppiare la produzione di elettricità dell’Etiopia. Avrà anche effetti positivi sull’agricoltura locale e, secondo i promotori, ridurrà il rischio di alluvioni in Sudan, più a nord.

Tuttavia, modificando l’idrologia del Nilo, la diga potrebbe avere un impatto negativo su milioni di persone che vivono lungo il fiume in Sudan e in Egitto. L’immagine in basso della Grande ansa del Nilo, in Egitto, mostra fino a che punto gli abitanti dipendano dal fiume: il 95 per cento dei terreni agricoli dell’Egitto si trova in una fascia ristretta che costeggia il Nilo.

La diga permetterà all’Etiopia di raddoppiare la produzione di elettricità, ma è contestata dall’Egitto e dal Sudan perché ridurrà la portata del Nilo più a valle. (earthobservatory/NASA, 2)

Nel 2020 le autorità etiopi hanno cominciato a riempire il bacino della diga, un processo che richiederà alcuni anni per essere completato. Un riempimento rapido avrebbe effetti positivi sulla produzione di elettricità, ma potrebbe ridurre in modo significativo la portata del fiume più a valle (il Nilo Azzurro fornisce il 60 per cento dell’acqua del Nilo). Da molti anni è in corso una disputa tra l’Egitto e il Sudan da una parte e l’Etiopia dall’altra sulla gestione della diga.
Adam Voiland (Nasa)

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Questo articolo è uscito sul numero 1458 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati