Samarcanda, 15 settembre 2022  (Alexandr Demyanchuk, Sputnik/Afp/Getty)

I leader dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai chiedono un nuovo equilibrio mondiale, scrive Nikkei Asia. Il gruppo, trainato da Russia e Cina, include Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan, Pakistan e India. L’Iran aderirà dal 2023. Questi paesi rappresentano il 40 per cento della popolazione globale e il 30 per cento del pil mondiale e vogliono creare un’alternativa all’egemonia statunitense. Ma non formano un fronte compatto, spiega The Diplomat. Con il vertice del 15 e 16 settembre c’è stato il primo viaggio all’estero dall’inizio della pandemia del presidente cinese Xi Jinping e il primo faccia a faccia con Vladimir Putin dallo scoppio della guerra in Ucraina. Dopo l’incontro bilaterale, il presidente russo ha ammesso che la Cina nutre “dubbi e preoccupazioni” sul conflitto. Timori condivisi dal presidente indiano Narendra Modi, che ha detto: “Oggi non è il momento per una guerra”, data la crisi economica. “Anche la dichiarazione cinese sull’integrità territoriale del Kazakistan è stata un avvertimento a Putin”, scrive Svoboda, “e a tutti quelli che a Mosca rivendicano la sovranità sugli ex territori sovietici a maggioranza russofona”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati